Il
 nome della varietà particolarmente coltivata nella Valle Telesina 
pronto a risorgere creando valore aggiunto ad un territorio già 
riconosciuto ‘Città Europea del Vino’
Camaiola,
 vitigno coltivato da secoli in terra sannita, pronto a vedersi iscritto
 al Registro nazionale delle varietà di vite.  Nel corso dell’incontro 
‘Camaiola Day’, svoltosi qualche giorno fa a Castelvenere, è stato 
infatti tracciato il percorso che porterà a breve ad avanzare la 
specifica richiesta al Ministero delle politiche agricole, alimentari, 
forestali e del turismo. Ad accogliere le istanze avanzate dai 
produttori presenti all’incontro c’erano I rappresentanti del Sannio 
Consorzio Tutela Vini (il vicepresidente Carmine Coletta, presidente 
della Cantina di Solopaca), della Regione Campania (Giampaolo Parente, 
dirigente UOD Servizio territoriale provinciale di Benevento) e della 
compagine governativa (l’onorevole Pasquale Maglione, componente della 
Commissione Agricoltura – Camera dei Deputati).
A
 circa un anno di distanza dalla specifica richiesta avanzata 
dall’Associazione Imbottigliatori Castelvenere (Aic), grazie anche a 
recenti documentazioni storiche, si delinea la concreta possibilità di 
giungere all’importante risultato di veder finalmente iscritto il nome 
di questo vitigno tra le circa cinquecento varietà di uve da vino che 
conta il citato Registro istituito nel 1969 e che temporaneamente viene 
modificato e integrato.
Si
 tratta di un lavoro di estrema importanza, considerato che la certezza 
dell’identità varietale rappresenta un requisito sempre più rilevante 
nelle moderne viticoltura ed enologia. Interessati tantissimi 
vitivinicoltori sanniti, molti dei quali concentrati nelle campagne 
telesine che da sempre costituiscono l’habitat ideale di questo vitigno.
 Per questi motivi l’iscrizione al Registro della camaiola costituirebbe
 una notevole opportunità per il Sannio, su cui sono puntati i 
riflettori della comunicazione per il riconoscimento di ‘Città Europea 
del Vino’, assegnato ai Comuni di Castelvenere, Guardia Sanframondi, 
Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Torrecuso grazie al progetto realizzato 
in rete di ‘Sannio Falanghina’.
Al
 fine di raggiungere questo storico obiettivo, si è al lavoro per la 
stesura della documentazione necessaria ad avanzare la richiesta di 
iscrizione. Uno studio che sarà composto dall’illustrazione delle 
peculiarità viticole ed enologiche del vitigno. Ovviamente si partirà 
dalle analisi molecolari di cui si è già in possesso e che, a più 
riprese, hanno chiaramente evidenziato di trovarsi di fronte ad una 
varietà differente da qualsiasi altra conosciuta finora. Si dovrà 
provvedere anche al corredo di notizie agronomiche ed enologiche, un 
compito non difficile considerato che parliamo di un’uva di cui già si 
conoscono con estrema contezza i caratteri fenotipici e produttivi, 
essendo già ampiamente disponibile una sua carta di identità. Così come 
si conosce bene il frutto delle sue vinificazioni, che comprovano le 
ottime caratteristiche qualitative dell’uva.
L’elemento
 centrale di questo lavoro sarà costituito dalla presentazione di una 
dettagliata ricerca storica che si farà forte del contributo editoriale 
che sarà presentato il prossimo 3 aprile a Castelvenere. ‘Sulle tracce 
del vitigno camaiola – Vitigni storici e opportunità turistiche’ è il 
titolo dell’opuscolo che è stato realizzato (così come l’incontro 
‘Camaiola Day’) grazie alle opportunità messe in campo dal progetto 
‘Cantine al Borgo – Luoghi e protagonisti del risorgere del vitigno 
camaiola’ promosso dal Comune di Castelvenere e cofinanziato dal POC 
Campania 2014 – 2020 ‘Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e 
la cultura’.


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