La
sedicesima edizione di Sicilia en Primeur che si è svolta a Siracusa
dal 6 al 10 maggio ha rappresentato l’occasione per presentare dati e
andamento della vendemmia 2018. Durante la conferenza stampa di
presentazione del 9 maggio a Ortigia, Mattia Filippi, enologo e
consulente fondatore di Uva Sapiens, ha raccontato infatti, alla
presenza della stampa specializzata proveniente da tutto il mondo,
come l’annata appena conclusa sarà ricordata per l’equilibrio sotto
tutti i profili: meteo-climatici, produttivi e qualitativi. A livello
nazionale la vendemmia ha avuto una buona produzione, trend che si
conferma dal 2015. Anche la Sicilia è in linea
con questa tendenza, ma il 2018 è caratterizzato da produzioni meno
estreme. L’annata vitivinicola 2018 sull’Isola, se pur diametralmente
opposta al 2017, è rimasta sostanzialmente costante, confermando anche
un valore aderente alla media negli anni. A tal
proposito, negli ultimi 6 anni di analisi, la Sicilia si conferma tra
le tre regioni più equilibrate in Italia con Piemonte e Toscana rispetto
alle medie storiche. Tale equilibrio corrisponde anche ad una
produzione per ettaro contenuta e propedeutica alla
qualità, assieme a Toscana e Piemonte tra le 6,5 e 8,5 ton/ha, 1/3
rispetto ad altre regioni italiane. Sotto il profilo meteo-climatico, il
2018 rappresenta a livello europeo l’anno con la temperatura più alta
mai rilevata da oltre un secolo. La posizione
della Sicilia, al centro del Mediterraneo, rappresenta un vantaggio
enorme ed unico, se confrontato con altre regioni europee, infatti non
si sono registrati eccessi termici nel 2018, mentre negli ultimi 30 anni
non ci sono state le forti anomalie climatiche
che hanno interessato le altre regioni europee.
Dal
punto di vista qualitativo, le uve hanno giovato di queste
precipitazioni estive a livello di bilancio idrico per le tipologie di
suoli e
le conduzioni agronomiche adottate in Sicilia. C’è stata inoltre una
dilatazione dei tempi di raccolta che ha permesso una maturazione più
lenta ed un accumulo zuccherino più contenuto. Le temperature fresche
durante le fasi di raccolta hanno aiutato a preservare
aromi ed acidità nelle uve a bacca bianca.
Complessivamente
l’analisi conferma l’importanza del settore vitivinicolo siciliano che,
secondo i dati diffusi da UniCredit, vale 550 milioni. In crescita, in
particolare,
i vini a marchio Doc Sicilia: nel
2019 le prospettive sono di superare le 100 milioni di bottiglie. Il
trend del valore delle vendite del vino nel 2018 è molto positivo,
raggiungendo il +6%. In questo contesto Doc Sicilia ha incrementato
le proprie vendite del 15,5%. Dall’analisi condivisa è emerso per i
vini del Consorzio Doc Sicilia un elevato potenziale di crescita,
obiettivo raggiungibile sfruttando gli spazi distributivi ancora
disponibili.
Sicilia
en Primeur anche quest’anno ha rappresentato una preziosa occasione per
far conoscere ai quasi 100 giornalisti provenienti da tutto il
mondo esempi di realtà produttive d’eccellenza, soffermandosi lungo i
principali poli di attrazione turistica, apprendendo le tradizioni
gastronomiche e ammirando i siti Unesco disseminati nell’Isola. Numerosi
infatti sono i beni individuati dall’Unesco
iscritti nella Worl Heritage List distribuiti nelle varie provincie: beni architettonici ma anche alimentari e immateriali in base all’idea che la Sicilia sia oggi custode non solo di storia passata ma anche delle colture del suo territorio, oggi
volano
di economie in tutta l’Isola. Durante l’evento sono state inoltre
celebrate le materie prime tipiche della Regione che sono state esaltate
nel piatto durante la cena di gala che si è tenuta giovedì 9 maggio
presso il Castello Maniace di Ortigia. Le Soste
di Ulisse, partner di Assovini Sicilia per l’iniziativa, ha firmato infatti la
cena che ha visto la partecipazione di 7 chef per 8 stelle Michelin.
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