'BIOWINE'
CHIAMA A RACCOLTA LE MIGLIORI ESPRESSIONI NEL CAMPO DELLA RICERCA ENOLOGICA E
TERRITORIALE CON L'OBIETTIVO DI DARE VITA AD UNO STRUMENTO PREZIOSO PER LO
SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO
A
CHIUDERE L'INCONTRO SARÀ L'ASSESSORE REGIONALE CHIARA MARCIANI
Il paesaggio rurale attore centrale di
un processo condiviso, unitario e partecipato. È questo lo stimolo che animerà
una intensa giornata di riflessione programmata per venerdì 7 giugno, nella
cornice della sede della Camera di Commercio di Benevento. La giornata
rappresenta il concreto avvio del percorso condiviso di 'BioWINE' (acronimo che
sta per (BIOlogical Wine INnovative Environment), progettazione finanziata
dal PON Governance e capacità istituzionale 2014-2020, che vede come ente
capofila il Comune di Guardia Sanframondi. Il
seminario 'Verso lo Statuto del territorio e del paesaggio rurale' darà infatti
l'avvio al coinvolgimento delle migliori espressioni nel campo della ricerca
enologica e territoriale al fine di veder concretizzato l'ambizioso obiettivo
di un progetto che pone particolare attenzione alla filiera vitivinicola
e che prevede il trasferimento del know-how e degli strumenti già sperimentati
dai Comuni dell’area del Prosecco Superiore DOCG Conegliano Valdobbiadene (in
provincia di Treviso, con il Comune di San Pietro di Feletto a fare da
coordinatore), verso sette Comuni della Campania (oltre a Guardia Sanframondi quelli
di Castelvenere, Sant’Agata de’ Goti e
Solopaca, in provincia di Benevento; Caggiano e Sant’Angelo a Fasanella in provincia di Salerno; Castelfranci in quella di Avellino) e due realtà della
Basilicata (Grumento Nova e Roccanova, in provincia di Potenza).
I comuni
trevigiani nel corso dell'ultimo decennio hanno
sperimentato la buona pratica nel coinvolgimento proattivo del partenariato,
sia istituzionale che socio-economico, nelle fasi di definizione ed
applicazione di alcuni atti amministrativi (in particolare di un Regolamento intercomunale di Polizia rurale)
volti, da un lato, a recepire le disposizioni relative alla riforma di
politiche di settore e, dall’altro, a promuovere strumenti efficaci di tutela della salute e del territorio rurale,
fino alla definizione di linee guida regionali, all’approvazione di progetti
finanziati da risorse dell'Unione Europea e alla candidatura dell’area come
sito Unesco. Una buona pratica che grazie al progetto 'BioWINE' viene ceduta
alle sette realtà che ricadono di due Regioni in ritardo di
sviluppo, con l'obiettivo di redigere un proprio Regolamento intercomunale di
Polizia rurale. Un esempio virtuoso che fungerà da stimolo per costruire un
processo di cooperazione interistituzionale e di confronto con gli attori
dell'intera filiera vitivinicola, consapevole che il lavoro di rete costituisce
una base di partenza essenziale per la salvaguardia del patrimonio
umano e naturalistico e per la crescita della competitività delle aziende
agricole. Un percorso, dunque, che mira a creare le migliori
condizioni per realizzare un prezioso strumento per lo sviluppo
sostenibile del territorio.
Fruitori finali del progetto sono le
comunità nel loro complesso, perché l'intento è quello di divulgare tra
produttori e cittadini proposte ed opportunità di intervento territoriali,
spronandoli a diventare protagonisti di una nuova sfida che sia capace di instaurare una sana
convivenza fra un'economia sostenibile e il rispetto per l'ambiente e il
paesaggio.
«Il progetto - dichiara Floriano
Panza, sindaco di Guardia Sanframondi - prevede il trasferimento tra i territori coinvolti delle
necessarie informazioni per giungere alla definizione di un quadro normativo,
condiviso dalle amministrazioni comunali con i soggetti interessati presenti
sul territorio, per armonizzare politiche nel settore ambientale e urbanistico,
con particolare attenzione rivolta alla filiera vitivinicola. Sviluppo
integrato dal basso, sviluppo dell’innovazione, della ricerca e della
formazione, così come la valorizzazione della logica di filiera - aggiunge -
saranno i punti cardini lungo i quali si snoderanno le attività di un progetto
che, stimolando buone pratiche agricole, mira a dare forza a processi
partecipati che sappiano sostenere quel cambiamento culturale necessario per
affrontare in modo sostenibile lo sviluppo locale».
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