Pubblicato
in Gazzetta Ufficiale del 4 luglio 2019 il nuovo disciplinare che
sancisce il passaggio della Denominazione di Origine Protetta dei vini
«terre tollesi» o «tullum» alla Denominazione di Origine Controllata e
Garantita
Da
ieri 4 luglio 2019 la DOP Tullum diventa ufficialmente DOCG,
raggiungendo così il gradino più alto nella piramide qualitativa del
vino italiano. Un traguardo che rappresenta in primis un importante e
atteso riconoscimento ai produttori di Tollo, cittadina in provincia di
Chieti, che vedono premiata la vocazione di un territorio con più di mille anni di vitivinicoltura alle spalle.
“Quello di oggi è un successo di tutto un territorio - ha detto il Presidente del Consorzio Tonino Verna –
che ci consegna la responsabilità e l’impegno di valorizzare ancora
meglio questo angolo d’Abruzzo stretto tra il mare Adriatico e le
altitudini della Maiella, ricco di biodiversità agricola e alimentare e
pregno di una storia vitivinicola millenaria che generazioni di
viticoltori hanno saputo tramandare e che oggi ancora più di ieri abbiamo il dovere di proteggere e sviluppare. È
un traguardo raggiunto grazie al saper fare squadra degli attori
coinvolti in questo ambizioso progetto. La nuova Tullum DOCG testimonia
ancora una volta la vocazione alla vitivinicoltura d’eccellenza delle
terre tollesi, dietro la quale c’è storia, tradizione, identità e
ricerca”.
La
coltivazione della vite e il consumo dell’uva e del vino a Tollo hanno
infatti radici antichissime risalendo già all’epoca romana. Ne fa fede e
testimonianza il rinvenimento in varie contrade di Tollo di dolia da
vino e da olio e celle vinarie. Alcuni di tali reperti sono oggi
conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Chieti. Inoltre,
in località San Pietro di Tollo, sono stati rinvenuti resti (Cisterne,
dolia da vino e torcularum) che testimoniano l’esistenza di una “villae
rusticae” romana che rappresenta uno dei primi esempi di grande azienda
agraria organizzata nella quale l’economia della piantagione arborea
assume importanza crescente ed in cui il vigneto è ormai nella
graduatoria delle colture in testa a tutte le altre.
La
specializzazione viticola si mantiene nei secoli e le dominazioni che
si susseguirono a Tollo ne conservano la specificità, dai Longobardi ai
Normanni fino al Regno di Napoli. Dopo tanti secoli di crescita, nel
corso della Seconda guerra mondiale Tollo fu letteralmente rasa al
suolo. Insieme al centro storico andarono distrutte le aziende agricole
ed i vigneti. I coltivatori tollesi non si persero però d’animo e,
nell’immediato dopoguerra, ripresero la coltivazione della vite. Le
dolci colline tornarono a ricamarsi di vigneti. Ed è stato proprio
grazie alla vite che Tollo fu uno dei pochissimi paesi abruzzesi a non
essere stato interessato, se non marginalmente, dal fenomeno
dell’emigrazione. Inizia così il rinascimento della viticoltura a Tollo,
cammino che fa segnare una tappa cruciale con l’istituzione della DOC
Tullum nel 2008 e il passaggio a DOCG nel 2019.
“La
DOCG Tullum è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai
requisiti prescritti nel nuovo disciplinare di produzione la cui
rigidità dei paramenti rappresenta proprio l’elemento caratterizzante” spiega il Presidente Verna. La
vinificazione deve avvenire infatti in zona e sono escluse le uve
provenienti dai vigneti in fondovalle o posti ad un’altitudine inferiore
a 80 m slm. Fermo restando i vigneti esistenti, per i nuovi impianti e
reimpianti la densità non può essere inferiore a 1.600 ceppi/ettaro per
la pergola abruzzese e 4.000 ceppi/ettaro per i filari. La DOCG Tullum
si estende oggi
su 14,5 km quadrati e insiste su 300 ettari potenziali. Le tipologie
attualmente prodotte sono: Rosso Riserva, Rosso, Pecorino, Passerina.
Accanto
alla tradizione e alle radici storiche, un ruolo molto importante nel
passaggio da DOP a DOCG va attribuito anche all’incidenza dei fattori
umani, fondamentali in quanto attraverso la definizione, il
miglioramento e la sperimentazione di alcune pratiche viticole ed
enologiche oggi si riescono a ottenere prodotti dalle spiccate caratteristiche di tipicità. “È importante la tradizione, ma per noi è sempre stata fondamentale la ricerca – spiega il Presidente Verna – Dobbiamo
assicurarci infatti che in ogni nostra azione siano rispettati tre
parametri fondamentali: la tradizione, l’uomo e la ricerca. È stata la
sinergia costante di questi tre fattori a permetterci di raggiungere
questo importante traguardo. Il nostro auspicio ora è che la DOCG Tullum
- continua Verna - dia maggiore forza alle aspirazioni di
miglioramento delle condizioni produttive ed economiche di una zona da
sempre vocata a “fare Vino” e ci auguriamo che il lavoro di
conservazione e valorizzazione delle emergenze archeologiche in località
San Pietro possa dare nuovo impulso allo sviluppo del territorio.”
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