Il successo del Festival non è dimostrato solo dagli oltre mille eventi
in tutte le regioni, e dalla risonanza sui media, ma dalla concretezza
delle proposte che ci impegniamo a portare avanti nell’arena politica in
Italia e in Europa.
Cominciamo dai numeri. Nel 2017, quando l’ASviS lanciò la prima
edizione del Festival dello sviluppo sostenibile, ci sembrò un grande
successo aver promosso l’organizzazione di 220 eventi in quasi tutte le
regioni. L’anno scorso gli eventi furono 702, quest’anno 1059, promossi
dai nostri Aderenti, dalle università e dalle scuole, da molte città,
imprese, amministrazioni pubbliche e organizzazioni non governative,
oltre che dal Segretariato dell’Alleanza e dai suoi Gruppi di lavoro.
A che si deve questo successo? Certamente al grandissimo impegno di chi
ci ha lavorato e sostenuto (e di questo ringrazio tutti dal profondo
del cuore), ma c’è qualcosa di più che va segnalato: è cresciuta nel
nostro Paese la sensibilità ai temi dello sviluppo sostenibile. Che si
parli di clima, ambiente, ma anche di diseguaglianze, parità di genere,
diritti umani, la risposta dell’opinione pubblica agli eventi del
Festival dimostra che tanti italiani sono disposti a “metter mano al
futuro”, cominciando dal fatto che del futuro bisogna parlare di più,
per operare scelte e farne discendere nuovi comportamenti individuali,
priorità della politica, strategie aziendali più lungimiranti.
Tutta questa mobilitazione però, così come quella dei giovani dei Friday for future che
l’Alleanza ha sostenuto, ha senso se sboccia in proposte concrete.
Questa del resto è la missione dell’ASviS, come dimostrato dai nostri Rapporti annuali, dall’analisi dell’ultima Legge di Bilancio, dal continuo confronto con tutti (e sottolineo tutti) i partiti e movimenti politici dell’arco parlamentare.
Delle numerose proposte emerse nel corso del Festival possiamo qui
estrarre solo alcune voci. Siamo stati e continuiamo a essere uno
stimolo ai governi perché si coordinino meglio le politiche per
l’attuazione in Italia dell’Agenda 2030. Il presidente del Consiglio
Giuseppe Conte, intervenuto alla conferenza di apertura del Festival il
21 maggio, ha annunciato la costituzione nella Presidenza di una cabina
di regia “benessere Italia”. È un fatto positivo, anche perché la sua
gestione è affidata alla professoressa Filomena Maggino, persona di
grande esperienza, anche internazionale, negli studi sulla qualità della
vita. Noi chiediamo che l’efficacia della cabina sia garantita da
adeguate misure di governance: un ufficio presso Palazzo Chigi
con personale dedicato; un comitato al quale partecipino tutti i
ministeri; il coinvolgimento di un gruppo di esperti esterni di alto
profilo per consultazione. È importante anche l’impegno del viceministro
all’Istruzione, università e ricerca Lorenzo Fioramonti, con la sua
lettera ai rettori delle università italiane per sottolineare
l’importanza dell’Agenda 2030 e la necessità di azioni conseguenti,
nonché con la sua proposta di incardinare sullo sviluppo sostenibile la
prossima Legge di Bilancio.
Alla prossima Legge di Bilancio guardano anche le imprese: le
associazioni datoriali più importanti, unite da due anni nella Carta di
Milano per impegnarsi nell’attuazione dell’Agenda 2030, hanno indicato
azioni da intraprendere e chiesto un tavolo di confronto col governo per
promuovere un modello economico orientato allo sviluppo sostenibile.
Nella stessa direzione si muove il manifesto “Priorità per una
transizione ambiziosa, giusta e sostenibile” elaborato dal Gruppo di
lavoro dell’Alleanza con la partecipazione di rappresentati dei
sindacati dei lavoratori, imprese e organizzazioni ambientaliste,
ulteriore esempio di un metodo di lavoro che è alla base del successo
della Alleanza. Altri documenti con proposte importanti elaborate dai
nostri Gruppi di lavoro sono stati presentati nel corso del Festival:
sul lavoro femminile, sull’Agenda urbana, sull’economia circolare, sulla
gestione delle risorse idriche, sulle disuguaglianze e la giustizia
sociale, sulla cooperazione internazionale e sulla misurazione del
benessere. Da questi lavori prenderà le mosse la nostra azione di
proposta e di confronto con le istituzioni nei prossimi mesi, come già
annunciato nel corso dell’evento di oggi alla Camera dei Deputati.
Altrettanto importanti sono le realizzazioni e le proposte nel campo
dell’educazione e della formazione allo sviluppo sostenibile. È un
grande successo il disegno di legge già in corso di approvazione sulla
educazione civica, che include l’Agenda 2030 tra le materie di
insegnamento. Molto importante è anche il Manifesto dei Rettori,
presentato nella conferenza di Udine nell’ambito del Festival, che
valorizza l’educazione universitaria per la sostenibilità, recupera il
valore dell’etica, assume una forte responsabilità nella formazione dei
docenti, riconosce il legame con il territorio.
Nel corso del Festival si è discusso molto anche di Europa, e non
poteva essere altrimenti, considerando la coincidenza con le elezioni.
Al nuovo Parlamento europeo e alla futura Commissione l’ASviS, di
concerto con altre organizzazioni della società civile europea,
sottopone una serie di proposte che cambierebbero profondamente il modus operandi dell’Unione,
per far sì che l’Agenda 2030 sia riferimento generale delle priorità
strategiche 2019-2024. Si richiede anche una nuova struttura di governance e
una nuova articolazione del “Semestre europeo”, il processo che
scandisce gli impegni e le interazioni tra gli Stati nazionali e le
istituzioni di Bruxelles.
La forza della nostra azione dipende dal fatto che l’Alleanza è
espressione della società civile, con un metodo e una capacità di lavoro
senza precedenti nell’esperienza italiana, e non solo: non lo diciamo
noi, ci è stato riconosciuto dall’Onu. Sappiamo però che gli Obiettivi
dell’Agenda 2030 potranno essere raggiunti solo se si faranno scelte
fondamentali non tra dieci anni ma adesso, con importanti scadenze tra
il 2020 e il 2021, sulle quali torneremo a insistere. I giovani, ma
anche noi adulti, conosciamo ormai le sfide da affrontare subito. Non
abbiamo più tempo: il Festival ce lo ha ricordato con oltre mille voci.
di Enrico Giovannini, portavoce dell'ASviS
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