“Il Vecio Fritolin si basa sui prodotti della
tradizione e delle antiche ricette veneziane e pertanto ho voluto affidare il
mio ristorante a uno chef dalle salde competenze e che vanti una conoscenza
capillare del territorio e delle sue ricchezze, per questo ho scelto il veneziano
Pierluigi Lovisa come chef del nostro ristorante Vecio Fritolin”. Parole di
Irina Freguia, che interpreta al meglio il ruolo di anfitrione di un
ristorante in grado negli anni di meritare lodi e citazioni sulle guide di
tutto il mondo, da New York al Giappone, dall'Inghilterra alla Russia.
“La cucina – prosegue Irina – porta
avanti con vigore un pensiero strettamente veneziano e
territoriale, con eccellenti materie prime locali, della Laguna e del vicino
Mercato di Rialto, interpretate nel rispetto della tradizione ma con una
moderna e auspicata leggerezza”.
“Un locale con una storia importante alle spalle, il
Vecio Fritolin, perciò con grande piacere ho risposto positivamente a questo
nuovo progetto, al quale darò il mio massimo impegno come chef, cercando
di rispettare l'anima di un locale che è punto di riferimento per molti” spiega Pierluigi Lovisa.
Come
valido supporto dello chef Lovisa, il giovane chef di cucina Raffaele Minute,
25 anni, che prima di approdare al Vecio Fritolin ha lavorato nelle cucine del
Relais San Lorenzo di Bergamo e presso il celebre Hotel Gritti di Venezia.
Il
menu elaborato dalla squadra Lovisa-Minute include i grandi classici della
tradizione veneziana come il Baccalà mantecato, le sarde in saor, i
“cicchetti”, e il fritto di pesce. Tutti piatti riconoscibili nel gusto e
realizzati con i migliori ingredienti a disposizione, ma rivisti nella
presentazione e in parte negli abbinamenti.
Ad
imprimere a fuoco la nuova filosofia gastronomica contribuirà anche il logo
del ristorante, che accanto alla doverosa citazione storica “dal 1749”,
anno di apertura del fritolin, abbina la descrizione di “cucina
veneziana contemporanea”.
L'aggettivo
non deve spaventare, richiama solamente l'attenzione sulla cura che Irina e lo
staff dedicheranno alla leggerezza del piatto, ben diversa dalla tradizione,
oltre ovviamente alla presentazione. All'assaggio invece spazio ai sapori
rassicuranti di una cucina veneziana che, a ragione, non si rispecchia nella
moda dilagante dei bacari di mediocre qualità, ma esige rispetto per una
tradizione e una storia pluricentenaria.
“Puntare sulla qualità oggi è una grande sfida – confessa
Irina – Se si parla di ingredienti, con grande dispiacere noto a Venezia una
folle corsa al ribasso. E' una tendenza sotto gli occhi di tutti. Noi
abbiamo deciso di non tradire noi stessi e le aspettative di una clientela
che spesso arriva da noi prima o dopo una visita alla Biennale, alla Fondazione
Prada o ai tanti magnifici musei della città. Perché condizionare il loro
ricordo di Venezia e delle sue bellezze con un piatto che mortifica vista e
palato?”.
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