Cosa
mangeremo nel 2038? E come si caratterizzerà il packaging dei prodotti
alimentari del prossimo
futuro? Parte da qui la riflessione sui consumi e sui consumatori.
Bisognerà vincere nuovi tabù per fare spazio sulle tavole a cibi
nuovi e alternativi, dai novel Food alle meduse, dalle alghe agli
insetti (già consumati da più di due milioni di persone). Anche la
comunicazione dovrà tenere conto di queste evoluzioni, lavorando anche
su packaging più Smart (cioè facile da usare, ricaricabile
e parlante). Del resto, green, tecnologia e nuovi valori sono tra i
principali macro-trend del futuro. Focus sui target ancora da conoscere e
capire
come i Centennials e i più noti Millennials.
E’ quanto emerso dal convegno “#Cibo2038. Come compreremo, come
prepareremo, come mangeremo #Retailfastforward”, organizzato
all'interno di Cibus da Mark Up e Gdoweek. Un panel di esperti ha
discusso come capire il retail e i consumi che verranno sulla base delle
analisi
della sociologa Caterina Schiavon, di Alessandra Iovinella di Future
Brand e Grazia Grassi di Kantar, Despar, Auchan, Alibaba, Crai e
Cortilia. Un
futuro raccontato anche attraverso gli occhi dei bambini (target
Centennials) da Carmelo Di Bartolo di Ics School e Altavia.
I prodotti alimentari delle imprese italiane sono distribuiti dalle
grandi catene con risultati economico finanziari analizzati nel corso
del convegno
di RetailWatch “Come i modelli, i posizionamenti delle insegne e la
soddisfazione dei clienti determinano i risultati finanziari della GDO
italiani”. L’indagine ha analizzato nove delle maggiori insegne operanti
in Italia, rilevando anche gli indici di fedeltà da parte
dei consumatori.
L’eccesso di scelta provoca nei consumatori confusione, ansia e incertezza, di qui l’ipotesi di asciugare l’assortimento di
categoria. Questa eventuale opportunità è stata presentata oggi a Cibus nel corso del convegno organizzato dall’Università
di Parma e IPSOS “In Store Marketing: la Via Sperimentale”. L’impatto dell’eccesso di scelta è stato misurato
utilizzando una tecnologia (l’eye tracking) ed un contesto (un supermercato sperimentale) mai utilizzati prima a questo scopo.
Il giro d’affari dell’industria food&beverage vale oltre 130
miliardi di euro e coinvolge più di 465.000 occupati
nell’attività di 56.000 imprese, generando il più elevato valore
aggiunto tra tutti i settori del manifatturiero italiano, pari al
72% delle altre 3A (arredamento, abbigliamento, automotive). Questi dati
sono stati presentati oggi
da The European House Ambrosetti nel corso di una
tavola rotonda durante la terza giornata di Cibus. La qualità elevata
dei prodotti italiani li rende attrattivi in tutto il mondo, ma
sarà importante attrarre capitali e talenti per competere sui mercati
globali.
Altra tematica dibattuta nella terza giornata di Cibus è la nuova regolamentazione americana che regola le importazioni di cibo
dall’Italia (FSMA-Food Safety Modernization Act), analizzata nel corso del convegno “FSMA: Opportunità e sfide per
l’industria alimentare”, organizzato da Tecnoalimenti. “Le aziende italiane virtuose”, ha dichiarato Armando De Nigris,
Presidente del Consorzio Tradizione Italiana, “non considerano l’FSMA come una sfida ed erano già pronte a questa legislazione,
quindi ben vengano le restrizioni che impongono una selezione sulla qualità”.
Aumentano quantità e qualità dei consumi alimentari nelle navi da crociera, considerati i quasi 27 milioni di passeggeri che le
frequentano, secondo l’analisi del CLIA (Cruise Lines International Association), presentati oggi
a Cibus. Il gruppo Carnival, che annovera tra
i suoi brand anche Costa e Princess, ha sottolineato che per il
food&beverage il Gruppo spende ogni anno oltre 1 miliardo di
dollari. Per fare qualche
esempio, vengono spesi in un anno 100 milioni di dollari in bottiglie
d’acqua minerali, 36 milioni in gamberi e 225 milioni di uova. Si tratta
di un mercato in grande espansione che vede crescere a bordo la
richiesta di Made in Italy ma non sempre le imprese italiane dell’agri
food sono
attrezzate per riuscire a fornire i grandi volumi richiesti.
Cibus è la fiera dell’alimentare italiano, ma ospita anche alcune
aziende straniere. Per esempio, nell’area “International
Gourmet Taste” sono presenti aziende che espongono prodotti tipici food
& beverage di alta qualità, provenienti da Stati Uniti, Brasile,
Russia, Medio Oriente, Giappone ed Europa. Particolarmente
rappresentativa la presenza spagnola tra gli stand con 18 aziende
espositrici.
Confagricoltura ha tenuto oggi
un convegno sui prodotti innovativi e il dialogo con la distribuzione
moderna e un seminario su come migliorare i
rapporti tra agricoltori e industriali in maniera da arrivare a
soluzioni di mutuo vantaggio per affrontare al meglio le sfide del
mercato
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