giovedì 10 maggio 2018

Omaggio a Lionetto Fabbri, regista dimenticato




Nel 2017 l’Ecomuseo delle Acque ha organizzato il primo Festival “Sguardi sui territori”, sul tema del rapporto tra ecomusei e antropologia visuale, un indirizzo delle scienze demoetnoantropologiche volto a documentare e analizzare le manifestazioni visibili espresse dalle culture di un territorio. In attesa dell’edizione del 2019 (il festival ha una cadenza biennale), l’ecomuseo propone un nuovo appuntamento.
Sabato 12 maggio alle 16 al LAB terremoto in piazza Municipio 5 a Gemona l’antropologo Mario Spiganti presenterà la figura di Lionetto Fabbri (1924-2011), cineasta fiorentino premiato due volte con l’Orso d’Oro al Festival di Berlino nel 1957 e 1959, definito da Spiganti «un pittore con la cinepresa». Per l’occasione verranno proiettati alcuni dei documentari più significativi del regista, risalenti agli anni Cinquanta. Una vita, la sua, dedicata alla rappresentazione della realtà, con esattezza e verità, ma anche con mirabile gusto estetico e ritmo narrativo. L’ingresso è libero.

I cortometraggi di Lionetto Fabbri, oltre ad affascinare per la qualità della fotografia, assumono un eccezionale valore di testimonianza storica. A Gemona saranno presentati e commentati: I Mammalucchi (1959, 10’) sugli abitanti di Bagni di Lucca che si dedicano tra polveri e colori alla fabbricazione di statuine di gesso; Gente lontana (1957, 21’, Orso d’Oro a Berlino) sui cavatori di pomice di Lipari nelle isole Eolie; Terra contesa (1958, 28’) sulla difficile vita nel Polesine alla mercé delle acque del Po; La lunga raccolta (1958, 22’, Orso d’Oro) sul lavoro delle donne negli immensi uliveti della Calabria; Antico mestiere (1955, 10’) sui lavandai di Grassina, località vicino Firenze diventata famosa proprio grazie a questo mestiere. Fabbri registra e attesta l’esistenza di mestieri ormai scomparsi, «esperienze millenarie - diceva l'autore - di cui non sapremo più niente, perciò è bene documentarle nei minimi dettagli per conservarne il ricordo».

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