una mostra a cura di Silvana Amato
organizzata dal Museo Bodoniano di Parma
in occasione del bicentenario della pubblicazione
del Manuale tipografico di Giambattista Bodoni
sabato 16 marzo - sabato 18 maggio 2019
da lunedì a giovedì dalle 9.00 alle 18.00
da venerdì a sabato dalle 9.00 alle 13.00
apertura straordinaria domenica 24 marzo dalle 13.00 alle 19.00
Galleria Petitot | Biblioteca Palatina
Complesso Monumentale della Pilotta
Piazza della Pilotta, Parma
"Si è da poco concluso l’anno in cui ricorreva il bicentenario della pubblicazione del Manuale tipografico di Giambattista Bodoni, ed è da questo spunto che si parte per organizzare una mostra e una giornata di studio promosse dalla Fondazione Museo Bodoniano di Parma.
Com’è noto il manuale venne pubblicato postumo dalla vedova di Bodoni con l’intento di portare a termine quello che era stato un progetto lungamente pensato, e infine avviato dal marito. Raccoglie una collezione di 665 alfabeti diversi e una serie di circa 1300 fregi, oltre a una prefazione nella quale Bodoni espone alcuni criteri di metodo legati al suo modo di operare.
Esiste
una precedente raccolta di caratteri, stampata da Bodoni nel 1788,
priva di prefazione o altro tipo di testo esplicativo, già a suo tempo
intitolata Manuale tipografico. Evidentemente, il tipografo parmense aveva mutuato il termine dal piccolo manuale tecnico di Fournier, il Manuel typographique
del 1764, ma in realtà i due volumi esprimevano, seppur con lo stesso
titolo, due oggetti con funzione diversa. Quello di Fournier, in
effetti, era un vero manuale nel senso di strumento divulgativo di
descrizione degli elementi essenziali di una pratica complessa,
dall’incisione dei punzoni all’impressione delle matrici e alla fusione
dei caratteri mobili. Quello di Bodoni era invece un campionario di
caratteri e ornamenti da lui realizzati.
Il Manuale tipografico del 1818
è ancora diverso, si tratta in effetti di un ibrido che, nonostante il
suo nome, non appartiene né all’ambito dei manuali, né all’ambito dei
campionari di caratteri. Ci troviamo piuttosto di fronte a un orgoglioso e monumentale riepilogo della propria attività che Bodoni vuole fissare nel tempo, nero su bianco.
Prendendo
quindi spunto da questi presupposti, mettiamo in mostra accanto ai
volumi di Bodoni, ai suoi punzoni e sue matrici, agli studi manoscritti e
ai documenti d’archivio anche alcuni manuali e campionari di caratteri
realizzati da altri autori (precedenti e successivi al 1818), con
l’intento di mostrare e raccontare a un pubblico meno specialistico
queste due distinte e poco note tipologie di libri. Ciò che le accomuna è
però l’oggetto della narrazione, cioè la scrittura alfabetica nella sua forma tipografica, scrittura che nel suo di diffondersi tanto peso ha avuto nella cultura occidentale degli ultimi cinque secoli.
Parallelamente si espone una parte dedicata all’oggi. Un selezionato gruppo di grafici internazionali ha contributo realizzando un Manifesto tipografico. Obiettivo di questa sezione della mostra è operare una ricognizione visiva di concetti intorno alle potenzialità della scrittura
espressi da parte di progettisti, ai quali si riconosce una spiccata e
consapevole attitudine tipografica. Se il manifesto può anche essere
definito come un documento programmatico che espone regole e principi
ispiratori, ci troveremo, in questo caso, nella particolare situazione
in cui l’oggetto trattato e la sua forma coincidono, così come l’autore e
il progettista.
Segni
esemplari, dunque, testimonianze visive che ci permettono di
rintracciare attraverso l’evoluzione della forma dei caratteri lo
svolgersi stesso della nostra storia, e di sfruttare l’occasione per
avviare nuovi discorsi critici intorno al tema della scrittura come
strumento di conoscenza".
Silvana Amato
Nessun commento:
Posta un commento