Molte furono le richieste di ripristino da parte della comunità, ma l'indecisione delle amministrazioni competenti negli anni cinquanta e sessanta
nel riattivare l'opera portò a un nulla di fatto, sebbene i lavori di
riattivazione sarebbero stati circoscritti ad alcuni fabbricati e a
pochi chilometri di linea, con costi sostanzialmente limitati. Il tratto
italiano fu completamente smantellato tra il 1958 e il 1960.
La linea ferroviaria risulta, presso gli organi competenti, come esercizio sospeso a causa del secondo conflitto mondiale e non come ferrovia dismessa.
Pertanto questo ha permesso di mantenere, per quanto possibile, il
tracciato ancora visibile dopo oltre sessant'anni sebbene
l'urbanizzazione indiscriminata degli anni del boom abbia inglobato
parte di essa. In alcuni punti del tracciato sono ancora visibili i
binari, mentre il rilevato dal Parco Lajala di Serravalle fino a Domagnano è stato riutilizzato da una pista ciclopedonale.
Nel 2012,
a San Marino fu ripristinato un tratto di circa 800 m, comprendente la
galleria Montale e due parti di linea a monte e a valle della stessa, in
modo da permettere lo svolgimento di un servizio turistico e
promozionale. La catenaria fu rimessa in funzione con tensione ridotta
di 480 volt in corrente continua,
in questo modo il 21 luglio fu possibile presentare al pubblico la
motrice AB 03, restaurata e resa funzionante nei mesi precedenti, la
quale percorse il nuovo tratto rinnovato. In tale sede, il Governo della
Repubblica sammarinese, nello specifico l'allora Segretario di Stato
per il Territorio, Gian Carlo Venturini, si impegnò al ripristino del
tratto ferroviario fino a Borgo Maggiore, nei pressi della stazione di valle della Funivia.
Il recupero della linea e della motrice fu effettuato da aziende romane
e dai tecnici e dalle maestranze dell’Azienda Autonoma di Stato per i
Lavori Pubblici di San Marino.
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