sabato 8 giugno 2019

ANEF, a scuola di rischio e sfide con i campioni dello sport


L’assemblea annuale fa il punto sulla stagione e propone una riflessione sui temi che accomunano l’impresa delle aziende e le performance degli atleti. Valeria Ghezzi: “L’imprenditore è come lo sportivo: solo chi sa spingersi oltre, ottiene risultati”

Cenate Sotto, 7 giugno 2019_ Il rischio come calcolo e componente necessaria dell’iter che porta alla realizzazione di sogni ed obiettivi. Nello sport come nell’impresa, l’imprenditore, come il campione: gli ingredienti del percorso verso il successo sono i medesimi.

ANEF – Associazione Nazionale Esercenti Funiviari si interroga e fa squadra, nell’assemblea annuale che si è tenuta a Cenate Sotto, ospiti di Gewiss, azienda produttrice di soluzioni e servizi per la home & building automation. “Montagna, Sport, Tecnologia: storie di imprese straordinarie” è il tema che ha visto la partecipazione, fra gli altri di Flavio Roda, presidente della Fisi – Federazione italiana sport invernali e Valerio Giacobbi, amministratore delegato di Fondazione Cortina 2021. Fra i relatori, grandi campioni dello sport come Hervé Barmasse, Kristian Ghedina, Sofia Goggia e Michela Moioli, un esperto di risk management come Antonio Chialastri, pilota, istruttore di volo e docente universitario e – in veste di padrone di casa – Marco Marini direttore generale Gewiss.

L’INFINITO OLTRE L’OSTACOLO
Valeria Ghezzi, presidente di ANEF, ha lanciato i lavori della giornata, parlando di “Infinito”: quello delle parole di Giacomo Leopardi che, a 200 anni da quando furono scritte, ancora ci ricordano la via che conduce a superare gli ostacoli e a sondare i nostri limiti, nella continua ricerca di noi stessi: “La montagna è il nostro “infinito” con cui ci confrontiamo ogni giorno, comprendendo che solo spingendosi un poco oltre, ci avviciniamo a risultati sempre più importanti. Il coraggio è un valore condiviso in ogni sfida, in azienda, nella vita e nello sport”, spiega Ghezzi, declinando il concetto di sfida nel mondo delle montagne: “Il nostro mondo è formato anche da realtà piccole e piccolissime che necessitano però un approccio manageriale e moderno: per questo abbiamo pensato ad una giornata che ci facesse uscire dal nostro ambiente per confrontarci con realtà industriali diverse, ma accomunate da priorità simili”. 

IL FUTURO DLLE MONTAGNA
A moderare i lavori è stato Pier Bergonzi vice direttore di Gazzetta dello Sport e neo direttore di Sportweek che ha sintetizzato il tema: “Senza rischio non si ottengono risultati”.
Marco Marini, direttore generale dell’azienda bergamasca che ha ospitato l’evento ha ricordato, insieme a Marco Ceudek, coordinatore di Digital Sport Innovation, che Gewiss significa proprio sicurezza e si traduce nel mettere al centro la persona: “Il rischio è il fattore fondamentale per ogni test sui prodotti: condividiamo lo stesso percorso e apprezziamo questo confronto. Questa giornata rappresenta un’occasione molto importante per ribadire l’impegno di GEWISS nei confronti dello sport e di quei milioni di atleti, giovani e adulti, che ogni giorno dedicano energia e passione nella pratica sportiva. Questi valori ci hanno portato a lanciare nei mesi scorsi il progetto Digital Sport Innovation”.

Martina Cambiaghi, assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia, ha parlato di “rischio” condiviso con cui, insieme a Regione Veneto, si sta affrontando la sfida della candidatura olimpica per i Giochi Invernali del 2026: “A prescindere dall’esito di questa avventura, la montagna lombarda produce un giro d’affari 267 milioni di euro: per questo abbiamo lanciato due nuovi bandi, dedicati agli impianti di risalita, per un totale di circa 10 milioni di euro”.

Domenico D’Ercole, rappresentante di FILT - CGIL ha ricordato, per gli oltre 15mila lavoratori del settore, l’importanza di aver rinnovato, giovedì 6 giugno, il Contratto Nazionale collettivo di settore, prima dei termini di scadenza, “Un rischio che è stato bello condividere insieme, nella dialettica e nel quotidiano confronto che la trattativa ha comportato”.

FOTOGRAFIA DI UN INVERNO
Il bilancio della stagione racconta di un 2019 con luci e ombre che hanno però confermato i buoni risultati dello scorso anno ed evidenziato soprattutto una riscoperta vivacità, dove la neve programmata ha fatto la differenza. Nella relazione che ha introdotto il dibattito, alla presenza dei rappresentanti di oltre 1500 impianti di risalita che operano in montagna e delle principali aziende industriali del settore, Valeria Ghezzi ha toccato diversi argomenti, ricordando che “Da sempre i funiviari lottano per creare lavoro e reddito, elementi fondamentali perché la popolazione possa resistere in montagna, curando e presidiando il proprio territorio”.  L’auspicio è che da Roma, le scelte della politica nazionale tornino a mettere al centro dell’agenda investimenti adeguati e visioni condivise.

L’ESPERTO DI RISCHIO
A parlare di sfida, performance e limite ecco il manager del rischio, Antonio Chialastri che è partito dalla base e dall’etimologia della parola: “Rischio significa “scoglio” e implica molte sfaccettature, dal concetto di prevenzione come safety, alla security intesa come gestione della sicurezza, passando per emergency, come recupero rispetto ad eventi già accaduti”.

LE CAMPIONESSE DELLO SCI
Una parola, molti significati come fare impresa o fare un’impresa: a raccontare quanti rischi ci si prende ogni giorno per domare neve in velocità ecco due neo campionesse olimpiche. Bergamasche, vicine di casa, che hanno saputo sublimare rischio e sfida al loro livello più alto.

Sofia Goggia, primo oro azzurro nella discesa ai Giochi 2018 ha spiegato: “Ho rischiato da giovane, ora il rischio è innanzitutto consapevolezza del limite che l’atleta non deve superare. Oggi osare per me significa stare entro il limite e calcolare fin dove ci si può spingere. Per esempio, quest’anno ho affrontato la stagione rischiando, quando ho deciso di rientrare dall’infortunio senza averlo ancora risolto appieno, ma avendo lavorato molto fisicamente e mentalmente per affrontare questa situazione”.

Michela Moioli, prima italiana a vincere un oro olimpico nello snowboard cross aggiunge: “Fin da piccola cercavo il rischio. Oggi il mio sport prevede di gareggiare con accanto le avversarie: diverse volte ho fallito proprio per rischi non calcolati, come ai Giochi di Sochi 2014 dove, per un sorpasso avventato, sono caduta, infortunandomi. Quattro anni dopo, però, posso dire di aver imparato la lezione”.

IL SIGNORE DEL CERVINO E IL JET DI CORTINA
Hervé Barmasse era una promessa dello sci alpino e della discesa, che ha lasciato per un infortunio. Quella che sembrava una resa è stata la sua grande occasione: oggi è uno dei più raffinati interpreti dell’alpinismo e, con la sua attività, è impegnato in un’azione di sensibilizzazione verso il rispetto della montagna che lo porterà in autunno a scalare sull’Himalaya una cima inviolata di 7mila metri.
“I rischi vanno sempre ponderati, ma si deve anche imparare a rischiare perché la vita d’impresa o nello sport ci impone la necessità di prendere delle decisioni per proseguire”.  A chiudere, rilanciando il futuro prossimo delle nostre delle montagne che passa anche dai Mondiali di sci alpino di Cortina D’Ampezzo 2021, è Kristian Ghedina, il più forte discesista della nazionale azzurra negli anni Novanta, oggi ambassador di Cortina 2021. Leggendarie le sue vittorie quanto i suoi exploit, come la spaccata in volo, sulla Streif di Kitzbhuel: “No risk, no fun è sempre stato il leit motiv della mia vita. Ho avuto una carriera fantastica – con 167 gare, senza mai saltare una stagione - perché ho sempre dosato rischio e calcolo. Questo era il mio obiettivo: al di la dei risultati, sapere di essermi sempre messo alla prova”.

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