Una
giornata di incontri e riflessioni chiusa con la tavola rotonda a cui
ha partecipato l’assessore regionale alla Formazione e alle politiche
giovanili Marciani
Tre
tavoli tecnici chiamati a disegnare, sulle aree territoriali che
rientrano nel progetto ‘BioWINE’ (Biological Wine Innovative
Environment), il percorso di una buona pratica stimolata dalla
consapevolezza che la tutela dell’ambiente costituisce condizione
necessaria per garantire uno sviluppo sostenibile. Nella giornata di oggi,
presso la Camera di Commercio di Benevento, si è svolto il seminario
‘Verso lo Statuto del Territorio e del Paesaggio Rurale’, aperto dai
saluti di Antonio Campese (presidente della Camera di Commercio sannita)
e Floriano Panza (primo cittadino di Guardia Sanframondi, Comune
capofila del progetto) e che ha offerto tanti momenti di riflessione,
sancendo nei fatti l’avvio di quello che sarà il lavoro concreto da
svolgere sul campo.
Nel
pomeriggio si è svolta la tavola rotonda conclusasi con l’intervento
dell’assessore regionale alla Formazione, alle politiche giovanili e
alle pari opportunità, Chiara Marciani. In mattinata, invece, gli
interventi di apertura per illustrare gli obiettivi dei tre Tavoli di
co-progettazione: quello specificatamente dedicato al paesaggio rurale,
quello che si interesserà del paesaggio costruito e quello che invece
sarà specifico sull’argomento della salubrità. Vi siedono agronomi,
architetti, geologi, ingegneri, geometri, medici, rappresentanti delle
associazioni ambientalistiche e, ovviamente, i rappresentanti delle
aziende vinicole e i viticoltori, con in testa le associazioni di
categoria.
Questi
specifici gruppi di lavoro saranno chiamati a stimolare le capacità di
lettura, ad illuminare le analisi della complessità della “materia
paesaggio”, delineando gli interventi attraverso cui si procederà a
trasferire le buone azioni attuate nel corso dell’ultimo decennio
nell’area del Prosecco Superiore Docg, in terra trevigiana, ai territori
coinvolti dal progetto, vale a dire i Comuni di Guardia Sanframondi,
Castelvenere, Solopaca e Sant’Agata dei Goti nel Sannio; Castelfranci in
Irpinia; Caggiano e Sant’Angelo a Fasanella in terra salernitana;
Grumento Nova e Roccanova in provincia di Potenza.
L’attenzione
è concentrata sul ‘Regolamento Intercomunale di Polizia Rurale’ che in
terra veneta è stato adottato quale strumento operativo per la tutela
della salute, dell’ambiente e del paesaggio del territorio rurale. Sarà
questo il punto di partenza per avviare la redazione del
Regolamento-BioWINE, che prenderà corpo attraverso le osservazioni, le
indicazioni e i suggerimenti che giungeranno dai Tavoli di lavori e
dalle comunità coinvolte, per dare vita ad uno strumento che sia il più
calzante possibile alla realtà territoriale di riferimento.
In
realtà non si tratterà di un semplice riuso, visto che l’obiettivo
dovrà essere quello di adattare, in modo studiato e ragionato, le buone
regole scritte per un territorio del Nord, diventato in questi ultimi
anni uno dei protagonisti principali dello scenario enologico mondiale, a
diverse realtà del Sud della Penisola. Realtà i cui territori
presentano anche specifiche differenze di identità, con un tratto di
unione rappresentato dalla viticoltura di qualità, che in questo
progetto costituisce il filo conduttore delle azioni da sviluppare.
Più
volte è stato sottolineato che questo riadattamento dovrà costituire
anch’esso una best practice. Ed è proprio per questo motivo che la
macchina che muove ‘BioWINE’ ha inteso chiamare a bordo le migliori
espressioni nel campo della ricerca enologica e territoriale, per fare
in modo che quanto si concretizzerà sul campo possa diventare anch’esso
un vero e proprio modello di riferimento, un esempio ulteriormente
replicabile in altre aree interne o rurali.
Ulteriore
necessità - è stato più volte sottolineato - è quella di metterlo in
pratica con tempi celeri, per fare in modo che queste aree di regioni
svantaggiate recuperino quel che gap, in materia ambientalista e
paesaggistica, le separa da altre realtà della Penisola.
Si
lavora, dunque, per dare vita ad un modello di intervento che si
alimenti della relazione fra partecipazione, governance, conoscenza
locale e progettazione sociale, capace di dare vita a procedure, metodi e
strumenti che stimolino una partecipazione attiva dei molteplici
soggetti alla salvaguardia dei caratteri costitutivi del territorio e
del paesaggio. Ecco perché il lavoro dei tre Tavoli tecnici continuerà
nel corso di incontri futuri ma anche sfruttando la piattaforma
democratica dei social, perché le scelte sul paesaggio dovranno
coinvolgere non solo gli esperti e le istituzioni, ma anche le imprese
agricole e la popolazione che vi abita e lo fruisce. Il tutto stimolato
dalla convinzione che conoscenza, tutela e valorizzazione di quel bene
prezioso chiamato ruralità viaggiano a braccetto. Si tratta di una vera e
propria rivoluzione culturale, che dovrà trasformare le comunità in
attori principali nel presidio del paesaggio, lavorando a rafforzare
senso di appartenenza, identità e memoria, valori intorno ai quali
cittadini potranno raccogliersi e riconoscersi.
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