Oristano, 24 ottobre 2025. Prosegue oltre le attese il viaggio nell'universo del graffitismo americano raccontato da Hope Around. New York Graffiti, la mostra che lo scorso 18 luglio ha inaugurato il ventisettesimo Festival Dromos e che, di fronte al grande interesse suscitato tra visitatori, studenti e appassionati, viene prorogata fino al prossimo 11 gennaio. Allestita negli spazi del Foro Boario di Oristano, l'esposizione curata da Fabiola Naldi raccoglie quarantadue opere su tela provenienti dalla collezione privata di Pietro Molinas Balata, offrendo uno straordinario affresco della scena newyorkese tra gli anni Settanta e Ottanta e della sua evoluzione fino ai nostri giorni.
Un racconto visivo che coinvolge nomi fondamentali come Rammellzee, Phase 2, Fab 5 Freddy, Futura 2000, Crash, Daze, Toxic, Kool Koor, Blade, Lee Quiñones, con una selezione di opere che testimoniano l'impatto culturale di un movimento nato ai margini e divenuto linguaggio artistico riconosciuto a livello internazionale. Un dialogo tra storia, estetica e società che trova un ideale prolungamento nel tema scelto dal Festival Dromos per la sua ventisettesima edizione sotto il titolo Hope. La speranza è una scelta, in cui l'arte diventa spazio di resistenza e rinascita.
«La proroga di Hope Around. New York Graffiti fino all'11 gennaio è per Oristano motivo di orgoglio e conferma di una visione: la cultura non può essere esperienza elitaria, ma deve attraversare il territorio e parlare al presente», dichiara l'assessore alla Cultura del Comune di Oristano Simone Pietro Prevete. «Il Foro Boario si rivela ancora una volta spazio ideale per linguaggi capaci di trasformare i margini in manifesto culturale, e vedere studenti e cittadini scoprire ogni giorno come il graffitismo abbia ridefinito i confini tra arte e vita urbana ci dice che abbiamo scelto la strada giusta. Questa mostra – che raccoglie maestri assoluti come Rammellzee, Futura 2000, Lee Quiñones – incarna perfettamente il tema della speranza come atto di resistenza creativa. Oristano investe nella cultura non come ornamento, ma come infrastruttura essenziale per costruire comunità consapevoli. Ogni opera esposta è memoria di chi ha creduto che l'arte potesse cambiare lo sguardo sul mondo. E lo ha fatto».
«La notevole presenza della storia del writing newyorkese, la possibilità di vedere opere oramai ritenute fondamentali per la comprensione del movimento e l'impianto curatoriale stanno restituendo alla città di Oristano una grande occasione espositiva» sottolinea la curatrice della mostra Fabiola Naldi: «L'attenzione del pubblico, come quella della stampa e della critica, dimostrano un crescente interesse per l'ambito culturale sviluppatosi intorno all'arte urbana. Il prolungamento della durata della mostra e la prossima pubblicazione editoriale dedicata alla collezione Molinas Balata offriranno un'ulteriore opportunità di conoscenza e approfondimento dello sviluppo stilistico dei singoli autori».
«Estendere il periodo di esposizione della mostra Hope Around. New York Graffiti fino al prossimo 11 gennaio nasce dal desiderio di dare seguito all'interesse suscitato dai giovani e di proseguire un percorso che ha saputo unire arte, educazione e partecipazione», aggiunge Salvatore Corona, direttore artistico del festival Dromos. «La presenza della curatrice Fabiola Naldi, del collezionista Pietro Molinas Balata e della stessa direzione del Foro Boario offriranno agli studenti un'occasione preziosa di dialogo diretto con chi conosce e promuove la vitalità di questo linguaggio. Il Dromos Festival arricchirà l'esperienza con alcune performance artistiche che dialogheranno con le opere della mostra. Hope Around continua così a essere un laboratorio vivo di idee e libertà espressiva, capace di rinnovarsi e di generare nuovi sguardi sul presente».
Il prolungamento dell'esposizione rappresenta un riconoscimento al valore del progetto, che ha saputo unire rigore curatoriale e partecipazione collettiva, riportando al centro il dialogo tra arte e territorio. Hope Around. New York Graffiti conferma così la sua natura di ponte tra passato e futuro, un racconto in cui la creatività urbana si fa specchio della speranza e dell'energia di un'intera generazione.
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