a Lodi una grande mostra antologica celebra Gabriella Podini a 40 anni dalla scomparsa nell’ambito del progetto UN’ARTISTA, TANTI MONDI
Mostra a cura di Marina Arensi
24 gennaio – 15 febbraio 2026
Bipielle Arte Via Polenghi Lombardo - Spazio Tiziano Zalli, Lodi
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Gabriella Podini, Ascoltando il silenzio, 1980, olio su tela 60x80 cm. Collezione privata |
Gabriella Podini. Enigmi. Oltre l’apparenza 1969-1985 è la grande mostra antologica dedicata a Gabriella Podini, organizzata a quarant’anni dalla sua prematura scomparsa. L’esposizione sarà ospitata a Lodi, negli spazi di Bipielle Arte, dal 24 gennaio al 15 febbraio 2026. La mostra, curata da Marina Arensi, riunisce un’ampia selezione di opere provenienti dall’Archivio Gabriella Podini e da collezioni private, con l’obiettivo di restituire al pubblico la complessità e la forza visionaria della ricerca dell’artista. L’iniziativa gode del sostegno della Provincia di Lodi e del Comune di Lodi e della collaborazione con Fondazione Banca Popolare di Lodi, Il Cittadino di Lodi e il Centro Servizi Volontariato Lombardia Sud ETS.
L’antologica rientra nel format UN’ARTISTA, TANTI MONDI, uno dei progetti selezionati dalla Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi nell’ambito del Bando Cultura 2025. L’iniziativa è realizzata dal gruppo di partenariato formato da Animum Ludendo Coles e Memosis Soc. Coop. Impresa Sociale in collaborazione con l’Archivio Gabriella Podini (È possibile sostenere il progetto partecipando al crowdfunding dal sito della Fondazione Comunitaria). |
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Gabriella Podini, In un giorno di primavera, 1979-80 ca., olio su tela 70x50 cm. Collezione privata |
La mostra rappresenta il punto di avvio di un più ampio percorso dedicato alla partecipazione culturale della comunità di Lodi e della sua Provincia, con l’obiettivo di creare occasioni di apprendimento, incontro e socializzazione. Tra le principali iniziative complementari: visite guidate, la realizzazione di un catalogo, di un video-documentario e di un archivio digitale, oltre a laboratori esperienziali e didattici rivolti a scuole e università e momenti volti a mettere in dialogo la produzione dell’artista con altre forme d’arte da lei amate. Alla fine del percorso, segno concreto e duraturo del dialogo tra arte, territorio e cittadinanza, si aggiunge il dono al Comune di Lodi di un manufatto-gioco evocativo dell’opera dell’artista da installare in uno spazio pubblico della città.
Al centro del progetto è la volontà di valorizzare gli artisti del territorio, nella consapevolezza che una comunità si riconosce nei valori, nella storia e nella cultura che è in grado di generare e tramandare. In quest’ottica, UN’ARTISTA, TANTI MONDI nasce come un format pensato per essere replicato nel tempo: un appuntamento annuale per la città e per l’area lodigiana che unisce cultura, tradizione e innovazione, favorendo processi di partecipazione e di costruzione condivisa del patrimonio culturale. |
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Gabriella Podini, Siesta, 1975-76 ca., tempera e cera su cartone 35x71 cm |
Il progetto intende inoltre consolidare una rete di collaborazioni tra istituzioni culturali, enti locali, scuole, università e realtà del terzo settore, affinché l’eredità artistica di Gabriella Podini diventi un volano di nuove pratiche educative e culturali. L’approccio interdisciplinare, che combina arte visiva, gioco, tecnologia e partecipazione attiva, mira a coinvolgere pubblici differenti, con particolare attenzione alle giovani generazioni. Con UN’ARTISTA, TANTI MONDI, la città di Lodi si candida a diventare un laboratorio aperto di innovazione culturale, dove la memoria dell’artista si trasforma in un’occasione per ripensare il rapporto tra arte, spazio pubblico e comunità. Un programma che, anno dopo anno, punta a crescere, coinvolgere e ispirare, contribuendo a costruire un’identità culturale condivisa e proiettata al futuro.
Una mostra personale può diventare una cerniera tra la “vita individuale” dell’artista e la vita sociale e collettiva della comunità. È in questo dialogo che si inserisce il progetto dedicato a Gabriella Podini, riportando alla luce il lavoro di un’artista straordinariamente versatile, animata dal desiderio di comprendere il mondo e restituirlo attraverso il colore, la materia e i segni grafici della sua arte. La sua opera testimonia infatti una capacità espressiva polifonica che attraversa tecniche diverse – dal carboncino al gessetto, dall’olio su tela all’incisione, fino alla scultura – rivelando una ricerca continua e sempre in trasformazione.
In mostra saranno esposte circa settanta opere che ripercorrono la vita, gli snodi creativi e l’evoluzione stilistica di Podini. Nata nel 1929 a Bolzano, dopo il matrimonio con il dottor Giambattista Garbelli si trasferisce nel 1954 a Lodi, città in cui nasceranno le sue tre figlie. È lei stessa a offrire una chiave di lettura preziosa per avvicinarsi al suo lavoro: “Nelle mie opere il tema della nascita è ossessivo. L’uomo per me è un essere incompleto, sempre alla ricerca della sua unità (perfezione) e la sua rappresentazione nelle mie opere traduce questa imperfezione e questa speranza di unità”. La retrospettiva invita così il pubblico a entrare nel cuore della sua poetica, dove l’indagine sull’identità, sulle origini e sul divenire umano diventa un linguaggio universale capace di parlare al presente, oltre ogni distanza biografica e temporale. |
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Gabriella Podini, Rivolta, 1973-74 ca., carboncino 50x68 cm. Collezione privata |
Il nome di Gabriella Podini compare nelle cronache artistiche lodigiane a partire dagli anni Settanta, in parallelo alle sue prime presenze espositive in città. È in quel decennio che il suo lavoro inizia a richiamare l’attenzione della critica locale, rivelando una voce capace di intrecciare riferimenti culturali e vissuto personale. “A citazioni linguistiche di ambiti artistici noti, Gabriella Podini affida contenuti di esperienze personali o coinvolgenti la più ampia vicenda dell’uomo – afferma la curatrice Marina Arensi – un itinerario che, senza scarti marcati e con passaggi che confluiscono l’uno nell’altro come nati dai raggiungimenti di una progressiva maturazione, muove da sguardi sulle conquiste espressioniste, attraversa le suggestioni della metafisica e approda, nella seconda metà degli anni Settanta, alla fase più matura e convincente, con l’adesione a un surrealismo venato di richiami alle vicende creative nordeuropee e tedesche in particolare”.
Questa evoluzione, articolata ma coerente, restituisce la profondità di un percorso che si nutre di contaminazioni culturali e tensioni interiori, portando Podini a sviluppare un linguaggio personale, riconoscibile e ricco di rimandi simbolici. È proprio questo intreccio – tra storia dell’arte, introspezione e sperimentazione – a emergere con forza nel tessuto della mostra.
L’esposizione costituisce il primo, fondamentale momento di studio sistematico e di catalogazione dell’opera di Gabriella Podini. Le autrici dei testi critici, Marina Arensi e Patrizia Foglia, grazie al contributo delle figlie dell’artista, hanno potuto ricostruirne la poetica attraverso un’intensa attività di ricerca basata su diari, poesie, corrispondenze e materiali documentali. Un lavoro, quello di Podini, che la curatrice della mostra definisce “un’impresa ambiziosa, da considerarsi coraggiosa nella Lodi di quegli anni, dove il nuovo nell’arte cominciava appena a farsi strada”.
Il linguaggio di Podini, infatti, si distingueva nettamente da quello degli artisti locali, rivelando un respiro internazionale maturato grazie ai numerosi viaggi e ai periodi di studio trascorsi in diverse città europee. Tra queste, Parigi ha occupato un ruolo centrale: culla perenne dell’arte e luogo di incontri, confronti e amicizie che contribuirono a formare lo sguardo dell’artista. |
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Gabriella Podini, Parigi, 1975, olio su tela 56.5x71 cm. |
Nella mostra Gabriella Podini. Enigmi. Oltre l’apparenza 1969-1985 i visitatori potranno ammirare disegni, dipinti, sculture e incisioni che restituiscono la complessità della poetica di Podini. Accanto alle diverse tecniche, emergono temi che attraversano la sua intera produzione, alcuni sorprendentemente attuali: il tema dell’aborto, affrontato con sensibilità e coraggio; quello del corpo, uno degli enigmi-chiave della sua ricerca visiva, frammentato e ricomposto come un rebus che genera catene di significati; il tempo, la morte, i personaggi-manichino, che diventano specchi di stati psicologici intimi e universali. Questa pluralità di nuclei tematici e formali permette di immergersi in un universo artistico che, pur radicato nella sua epoca, continua a parlare al presente con sorprendente lucidità. In occasione della mostra sono previste numerose attività collaterali dedicate a studenti, scuole e pubblico giovane, pensate per rendere l’esperienza culturale più partecipativa e inclusiva.
Animum Ludendo Coles ha ideato un laboratorio didattico rivolto agli studenti del Liceo Artistico Callisto Piazza di Lodi, finalizzato alla realizzazione delle immagini che comporranno il manufatto-gioco, simbolo del progetto. Questo gioco non sarà solo un oggetto artistico, ma un vero e proprio ponte tra cultura e comunità, destinato a lasciare un ricordo tangibile dell’iniziativa. Le immagini sviluppate nel laboratorio dagli studenti verranno incise sulle mattonelle in pietra del Gioco della Campana/Mondone da esperti scalpellini; le caselle, opportunamente incorniciate con fasce o tozzetti in travertino, saranno donate al Comune di Lodi per essere successivamente installate in un’area pubblica della città. In parallelo, è stata avviata una collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, in particolare con il corso di Laurea Magistrale in “Linguaggi artistici per la formazione” del Dipartimento di Pedagogia, per integrare ricerca, formazione e didattica artistica.
Mémosis ha progettato attività specifiche per il pubblico più giovane, dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado. Tra queste, visite guidate interattive alla mostra condotte da personale appositamente formato dalla curatrice, con linguaggio e approccio calibrati sulle esigenze dei bambini. L’osservazione guidata avrà come obiettivo la comprensione del mondo interiore dell’artista, stimolando la verbalizzazione delle emozioni e delle riflessioni dei giovani visitatori. Le visite saranno seguite da laboratori creativi in classe, basati sulle suggestioni offerte dalle opere di Gabriella Podini.
La mostra è accompagnata da un catalogo stampato da Sollicitudo Società Cooperativa Sociale Onlus, con progetto grafico di Armando Chitolina. Inoltre, a ottobre 2026 sarà lanciato un sito portafoglio digitale, realizzato da Elidria Web Agency, che raccoglierà l’intera produzione artistica di Gabriella Podini, rendendo accessibile a un pubblico più ampio e in modo duraturo l’archivio e il patrimonio dell’artista. |
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Gabriella Podini, Storia di una nascita, 1979, olio su tela 120x170 cm. Collezione Privata |






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