A cura di Simone Menegoi e Tommaso Pasquali
Dal 24 gennaio al 26 aprile 2026
Ingresso gratuito
Palazzo Bentivoglio
via del Borgo di San Pietro 1, Bologna
Bologna, 27 ottobre 2025. Dopo aver ospitato progetti che intrecciano architettura, memoria e sperimentazione, Palazzo Bentivoglio annuncia una mostra personale di Michael E. Smith (Detroit, 1977), uno degli artisti americani più radicali e influenti della sua generazione. La mostra, a cura di Simone Menegoi e Tommaso Pasquali, aprirà al pubblico sabato 24 gennaio 2026 negli spazi sotterranei del palazzo, in via del Borgo di San Pietro 1, che Smith, come di consueto per l’artista, trasformerà in un ambiente essenziale e carico di tensione percettiva.
Da oltre vent’anni la pratica di Smith ridefinisce i confini della scultura e dell’installazione, muovendosi tra minimalismo e residuo, tra assenza e presenza. Le sue opere, realizzate con materiali trovati, scarti industriali e oggetti di recupero, danno vita a installazioni di forte impatto emotivo, in cui elementi che rimandano al quotidiano appaiono insieme fragili e minacciosi. Ogni mostra è concepita come un’esperienza unica, dove gli oggetti, l’architettura e la luce operano all’unisono, trasformando il luogo in un corpo vivo. Un processo che parte dal vuoto, dal silenzio e dall’attesa per creare una tensione che carica di significato ogni minimo elemento.
Cresciuto della Detroit postindustriale, Smith traduce nel linguaggio della scultura la memoria del consumo e dell’abbandono, restituendo al pubblico una riflessione inquieta sul destino degli oggetti e dei luoghi, e sul loro rapporto con il tempo umano. In questo progetto, la sua ricerca si confronta con un contesto architettonico denso di storia: i sotterranei di Palazzo Bentivoglio, complessa tessitura di segni e trasformazioni, diventano un nuovo terreno di esplorazione per la sua pratica. «Dopo aver negato la neutralità del white cube, Smith approda a uno spazio in cui la stratificazione storica e la complessità materica diventano un punto di partenza inatteso e imprescindibile», spiegano i curatori, sottolineando come per questa mostra l’innesco offerto dal luogo abbia risvegliato nell’artista una trama di risonanze intime, in cui affiorano memorie di una vicenda famigliare mai raccontata prima.
La mostra segna una tappa importante nella programmazione di Palazzo Bentivoglio, che continua a proporre progetti espositivi inediti nei quali gli artisti sono invitati a instaurare un dialogo diretto con lo spazio e la sua identità. Il catalogo della mostra, pubblicato da CURA, raccoglierà un ampio apparato visivo e testi critici, contribuendo così ad approfondire e comprendere sia il lavoro di Michael E. Smith che questa nuova produzione per Bologna.
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