I giornalisti
dell’Italia del Gusto, sempre attenti quando si parla di cultura del vino,
specialmente verso gli autoctoni, hanno conosciuto all’importante rassegna
piacentina sui vini naturali “Sorgente del Vino Live” l’azienda agricola Silvia
Fiorin di Pieve di Soligo, rimanendo molto colpiti dalla qualità e semplicità
del loro “Naolta”, frizzante col fondo da uve Glera, realizzato proprio “come
una volta” : così sono andati a visitare l’azienda direttamente, scelta che si
è rivelata appropriata.
Questa azienda
agricola è un esempio di bioetica, di biodiversità e non monocultivar, che lavora in maniera sana e giusta, forte di
una passione per la terra e la tradizione, unita al massimo rispetto per
l’ambiente circostante e la sostenibilità (da tempo usano il fotovoltaico).
Silvia Fiorin,
che è sommelier, ha aperto la Cantina nel 2011, assieme al marito perito
agrotecnico, anche se l’azienda è stata fondata dal nonno, che l’ha poi
tramandata in famiglia, che comprò negli anni ‘70 degli appezzamenti vocati
alla produzione dei kiwi, scelta d 55 anni orsono di un Conte dalle idee
alquanto eclettiche.
La Cantina conta
circa 5 h di vigneto con sistema di allevamento a guyot, mentre la vendemmia è
fatta rigorosamente a mano; le migliori uve sono destinate alla produzione del
frizzante “Naolta”, chiamato così per la tradizione di far rifermentare il vino
in bottiglia dopo Pasqua, seguendo le lune. Al momento stanno anche
sperimentando la Bianchetta Trevigiana, vitigno quasi del tutto scomparso a
Treviso e Belluno, sempre con la rifermentazione in bottiglia.
Vengono anche
prodotti mais, fieno ed orzo per le mucche che garantiscono cosi la concimazione
annuale per le vigne e i kiwi certificati bio,ed hanno pure un frutteto e
l’orto in biodinamica, ma non per la vendita.
La produzione media annua di kiwi è di circa
700 quintali, la potatura e la legatura di questi frutti richiede circa 3 mesi
di lavoro e la vendita diretta in azienda avviene tra novembre e i primi di
gennaio, per esaltare la freschezza e tutte le proprietà del kiwi stesso.
Silvia
Fiorin, durante la chiacchierata coi comunicatori dell’Italia del Gusto, ha
sottolineato quanto sia fondamentale per la propria azienda agricola
l’equilibrio tra le diverse colture (per questo non sono per la monocultura, ma
per l’unione tra animali, persone e frutti); condizione imprescindibile questa per
continuare a lavorare qualitativamente bene e nel modo più naturale, visto che
all’orizzonte ci sono altri progetti innovativi
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