La ricerca completa di IRI sul vino in Gdo presentata a Vinitaly – Focus speciale sulle vendite di vino italiano nella Gdo
Statunitense – Produttori e distributori a confronto: il punto di vista
di Federvini, Unione Italiana Vini, Coop, Conad, Carrefour.
Verona, 17 aprile 2018 – Quali sono i criteri
utilizzati per la scelta del vino dai consumatori che lo acquistano nei
supermercati? Prima di tutto formato, colore e denominazione di origine;
poi il prezzo ed infine la regione di appartenenza. E gli acquisti di
vino nella grande distribuzione sono rilevanti: 8 milioni di ettolitri
per un fatturato di 2,5 miliardi di euro. I più acquistati sono i vini a
denominazione d’origine e i vini tipici regionali, mentre avanzano i
vini biologici (5,3 milioni di bottiglie). Il formato preferito dai
consumatori è la bottiglia da 0,75cl mentre il brik è in flessione e
sono sempre più graditi nuovi formati come la mezza bottiglia (+21,3%) e
il bag in box (+13,8%). Lo riferisce la ricerca dell’istituto di
ricerca IRI sul mercato del vino nella grande distribuzione nel 2017,
presentata ieri a Vinitaly nel corso della tavola rotonda su vino e Gdo
organizzata da Veronafiere, tradizionale momento di confronto tra
cantine e catene distributive.
In un trend che da anni vede scendere i consumi di vino degli italiani
che però cercano sempre più la qualità, la grande distribuzione ha
migliorato sensibilmente la propria offerta come ha fatto notare nel
corso della tavola rotonda la rappresentante di Federvini, Robertà Corrà (anche Direttore generale di Gruppo Italiano Vini): «È
indubbio il fondamentale ruolo giocato dalla Gdo nell’evoluzione del
settore vitivinicolo, una crescita non solo numerica, ma anche di
qualità. É aumentata la sensibilità per prodotti di prestigio con prezzi
anche elevati, con marche note, profondamente legate al territorio.
Questo in risposta al cambiamento delle esigenze del consumatore».
Un giudizio condiviso dal Consigliere nazionale di Unione Italiana Vini, Enrico Zanoni, (anche Direttore generale di Cavit): «Registriamo
negli anni una costante ‘premiumizzazione’ della domanda, come
evidenziato dalla crescita dei vini a denominazione d’origine e dei vini
fermi a connotazione regionale, i cui primi 10 vitigni pesano circa per
il 30% dei consumi totali».
Altro focus della tavola rotonda è stato l’acquisto di vino italiano dei
consumatori nei supermercati degli Stati Uniti d’America: qui si
spendono circa 1 miliardo di dollari l’anno per i vini italiani; un
terzo circa delle bollicine ed un terzo dei vini fermi venduti in questo
canale sono italiani.
«Gli americani differenziano molto la scelta del vino in base alla
modalità di consumo (a tavola in casa, compleanni, ospiti a casa,
ricorrenze) – ha spiegato Marc Hirten, Presidente di Frederick Wildman, società Usa che distribuisce vino italiano –
e se in enoteca acquistano vini blasonati come il Barolo, i Super
Tuscan, il Brunello, il Franciacorta o l’Amarone, acquistano
regolarmente sugli scaffali del supermercato i vini italiani, la cui
gamma d’offerta si è molto ampliata negli ultimi anni».
Tra i vini più acquistati nella Gdo USA troviamo il Prosecco, il Pinot
Grigio, il Chianti, il Lambrusco, la Barbera, il Primitivo, il Gavi, il
Rosso di Montalcino, il Nero d’Avola, il Dolcetto, il Trento Doc ed
altri ancora.
Alla tavola rotonda hanno partecipato tre grandi catene distributive: Coop, Conad e Carrefour. Alessandro Masetti, Responsabile Settore Shelf Stable Food & Beverage di Coop Italia, ha illustrato l’esperimento di co-branding con le cantine che Coop ha sperimentato sul proprio marchio di punta: «Non
parliamo di etichette dedicate, ma di vini dedicati. La logica non è
quella di un prodotto industriale ma artigianale, realizzato su quantità
limitate, utilizzando le migliore tecniche di vinificazione, seguendo
la raccolta in vigna su appezzamenti dedicati e facendoci supportare
nella scelta finale del prodotto da un ente esterno autorevole come
l’AIS per meglio rappresentare le particolarità territoriali».
L’impegno della Gdo nel settore vino è notevole, come ha sottolineato Alessandra Corsi, Responsabile marketing dell'offerta e sviluppo dei prodotti a marchio di Conad: «Si
pensi all’ampliamento e valorizzazione della qualità dell’offerta, con
l’utilizzo delle diverse leve del retail mix: assortimento,
promozionalità, esposizione, Marca Commerciale. E poi c’è una sempre più
forte riscoperta dell’italianità, testimoniata dalla crescita continua
di vitigni che in precedenza erano localizzati esclusivamente nei
territori di vocazione».
Infine, grande attenzione ad un settore in crescita come quello del vino biologico, come riferito da Gianmaria Polti, Responsabile Acquisti Beverage, Carrefour Italia: «I
vini biologici sono ormai una realtà su cui anche le cantine stanno
convertendo alcune produzioni e noi, già da tempo, stiamo dedicando uno
spazio e una numerica di referenze rilevante all’interno dei nostri
assortimenti sia nelle grandi superfici ma anche nei negozi di
prossimità».
Tuttavia, la Gdo può fare ancora molto nel campo della comunicazione del vino, come ha sottolineato Luigi Rubinelli, Direttore di Retail Watch e moderatore della tavola rotonda: «Il
reparto dei vini ha bisogno di atmosfera, bisogna crearla, non sempre è
sintonica con il prodotto. Poi servono informazioni, in genere ne sono
presenti poche, e vanno suggeriti gli abbinamenti col cibo, è veramente
raro trovarli».
È possibile leggere e scaricare la cartella stampa a questi link:
Abstract relatori: https://business.veronafiere.eu/newsletter/download/pre/AbstractInterventiGDO_Vinitaly2018.pdf
Ricerca IRI: https://business.veronafiere.eu/newsletter/download/pre/PresentazioneGDO_Vinitaly2018.pdf
Nessun commento:
Posta un commento