Verona, 17 aprile 2018 - I
rosé negli Usa, i bianchi fermi in Germania, i rossi in Cina, Russia e
in Giappone. E gli sparkling, i vini del momento ma anche del prossimo
futuro, previsti in crescita in particolare tra i consumatori di Regno
Unito, Giappone e Russia, seguiti da quelli di tedeschi e statunitensi.
Ma innanzitutto il successo commerciale del vino nei prossimi 5 anni
sarà determinato in buona parte dai prodotti a marchio green (bio o
sostenibili), vera leva del mercato di domani secondo un sondaggio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor presso
i manager di 12 tra i principali gruppi vitivinicoli del Paese (circa 2
miliardi di euro il fatturato complessivo), chiamati a dare un’opinione
sui trend a breve termine (5 anni) del mercato del vino nei 6 mercati
top di Usa, Regno Unito, Cina, Germania, Giappone e Russia.
Secondo i capitani d’impresa intervistati, saranno soprattutto i
prodotti biologici e quelli premium gli artefici del successo del vino
mondiale. Con la tendenza-green predominante nei mercati storici
(Germania, Usa, Regno Unito e Giappone), e la fascia premium (oltre i 20
dollari a bottiglia) che contagerà ulteriormente gli Usa e gli
emergenti Russia e Cina. Buon sentiment anche sugli autoctoni, indicati
trend del futuro specialmente in Giappone e in seconda battuta in Russia
e Stati Uniti, mentre – a sorpresa – è previsto un ritorno di fiamma
per i rossi fermi, la seconda tipologia più promettente dietro agli
immancabili sparkling. L’Italia, per le 12 aziende top player, se la
caverà piuttosto bene e riuscirà ad accrescere le proprie quote di
mercato specialmente in Russia e nei due principali buyer dell’Estremo
Oriente, con una buona ripresa delle vendite pure nella vecchia
Germania. Timide le aspettative su un incremento delle quote di mercato
italiane negli Stati Uniti (sebbene siano indicati in crescita anche nel
prossimo lustro), dove ad approfittarne saranno invece i produttori
francesi oltre a quelli di casa; mentre in Cina, dopo l’Australia che
crescerà più di tutti, anche il Cile e l’Italia approfitteranno del
rallentamento dello storico market leader, la Francia. In Gran Bretagna
saranno ancora i francesi a comandare, mentre i vini del Belpaese si
faranno largo assieme a quelli neozelandesi, che sfrutteranno l’effetto
della Brexit –. Inoltre, un’attenzione particolare è riservata ai
prodotti di origine locale: in un vigneto sempre più globale questi
saranno tra i primi ad approfittare un po’ ovunque della febbre da vino,
prendendo sempre più piede specie tra i consumatori tedeschi e
statunitensi. Per il vino made in Italy, previsto un segno meno a valore
nel Regno Unito, dei passi avanti negli Usa, in Germania e nel Paese
del Sol levante, mentre sarà deciso l’aumento a Mosca e Pechino. Infine,
secondo il sondaggio Vinitaly-Nomisma Wine monitor realizzato pochi
giorni fa nell’ambito dello studio “Il futuro dei mercati, i mercati del
futuro”, la previsione sulle performance delle principali denominazioni
italiane premia come il solito Prosecco indicato come il vino a
maggiore prospettiva di mercato un po’ ovunque, eccetto in Cina. Con
qualche eccezione: il Pinot grigio negli Usa, il Primitivo in Germania,
l’Amarone in Cina.
Per il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese: “Quello degli
stakeholder è un punto di vista privilegiato, che conferma in gran parte
le attese dell’export vinicolo illustrate di recente dalle nostre
analisi di mercato. Queste ricognizioni sono per noi fondamentali per
tracciare le coordinate della promozione da adottare in favore delle
imprese e del settore”.
Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “Serve
puntare sempre più verso una crescita qualitativa
dell’internazionalizzazione del vino made in Italy. Una crescita da
pianificare assieme alle istituzioni che non può prescindere da un
presidio quotidiano sui 5 continenti. Al prossimo Vinitaly (15-18
aprile) – ha concluso - abbiamo invitato direttamente oltre 1.000 buyer
da 58 Paesi, grazie a una certosina attività di scouting e selezione sui
mercati in collaborazione con Ice”.
(Le aziende intervistate: GIV Gruppo italiano vini, Gruppo Caviro,
Zonin 1821, Marchesi Antinori, Gruppo Mezzacorona, Gruppo Santa
Margherita, Cantina di Soave, Gruppo Cevico, Marchesi Frescobaldi,
Mondodelvino Group, Gruppo Lunelli, Bertani Domains). |
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