Il nostro Mondo, il Mondo
della ristorazione italiana ancora si interroga e vaga
senza certezze.
La cassa integrazione per
i nostri dipendenti, mentre scriviamo, ancora non si è
monetizzata.
Il palleggio di decisioni
tra governo centrale e regioni
ha portato, last minute, a
dare la possibilità di aprire le nostre attività per oggi
lunedì 18 maggio.
Peccato che il DPCM e le
varie Ordinanze regionali contenenti il famoso protocollo
con le regole da seguire
sia arrivato solo qualche ora prima.
Una barzelletta!
Il 18 maggio la
ristorazione italiana è invitata ad riaprire di corsa,
rischiando di non riuscire
a essere pronta dal punto di vista della sicurezza
sanitaria,
senza aver visto
monetizzarsi praticamente ancora nessun aiuto economico,
con pesanti dubbi legati
al rinnovo delle 9 settimane di cassa integrazione,
con la scure della
responsabilità penale sulla testa e con norme
regolamentari
che, unite al clima
negativo diffuso, porteranno ad un calo di fatturato
previsto attorno all’80%.
Noi dell’Unione Ristoranti
del Buon Ricordo, che da 56 anni difendiamo la cucina
della tradizione
e che abbiamo sempre
avuto come focus il turismo enogastronomico,
non possiamo tradire la
nostra storia.
Tutti quanti vorremmo
aprire. I nostri associati fremono ma sono combattuti.
Tutti quanti sappiamo che
sarà impossibile fare profitto.
Noi siamo abituati a
saldare fornitori e dipendenti. Non possiamo rinnegare il
nostro passato.
Non ci sono le
condizioni
Alcuni di noi apriranno lo
stesso nei prossimi giorni
per assicurare un servizio
di ristorazione, necessario in alcune zone,
ma come Unione Ristoranti
del Buon Ricordo, al momento,
non siamo messi nelle
condizioni di svolgere la nostra missione legata al
Turismo Enogastronomico.
Confini regionali ed
europei sono chiusi.
In tantissimi aspetteremo
quindi tempi migliori.
Il nostro appello è
rivolto quindi alle istituzioni: aprite l’Italia.
Torniamo alla libera
circolazione, al turismo.
Regaliamo positività agli
italiani. Abbiate fiducia di noi imprenditori. Tutto il
mondo ci invidia.
Se davvero ci sarà da
dover continuare a lottare con questo virus, lo faremo ma
con il sorriso.
Il clima di paura che
tutte queste limitazioni instaurano non porterà a nulla di
buono.
Noi non siamo per le
proteste eclatanti ma il settore è davvero con i nervi
tesi.
I TEMPI SONO SCADUTI
Ci stiamo giocando
l’intera ristorazione italiana.
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