Inaugura il 28 dicembre – con vernice il giorno 2 gennaio - la mostra che si sviluppa attorno alle esperienze dei due registi e autori che le hanno filmate, Mario Fantin nel 1954 e Massimiliano Ossini nel 2024. Creando un dialogo tra libri appena pubblicati, film restaurati, documentari presto in TV e sollevando riflessioni più che mai attuali, dal cambiamento climatico a quello del turismo.
Cortina d’Ampezzo, 23 dicembre 2024_Sono trascorsi 70 anni dalla spedizione CAI-CNR ai 8.611 metri del K2, la seconda vetta più alta della Terra, e il Lagazuoi EXPO Dolomiti celebra l’anniversario con una mostra inedita. Dal 28 dicembre al 28 febbraio Raccontare il K2. 1954 - 2024 unisce idealmente le riprese del 1954, realizzate da Mario Fantin, con quelle di oggi, filmate da Massimiliano Ossini durante la nuova salita italo-pakistana del 2024, proponendo imprese e figure entusiasmanti insieme a riflessioni sui grandi cambiamenti in termini di attrezzatura e alimentazione, ambiente e turismo.
Nel percorso espositivo si scoprono altri elementi paralleli: sono appena usciti "K2. Un passo dalla vetta, un passo dalla vita” di Massimiliano Ossini edito da RAI Libri, tratto dalla sua recente spedizione, e la riedizione di “K2 - Sogno vissuto”, pubblicato da CAI Edizioni, il diario dell’impresa di Mario Fantin. Colpiscono pure i risultati filmici: se “Italia K2”, uscito per la regia di Marcello Baldi nel 1955 con le riprese di Mario Fantin e restaurato in 4k nel 2022, resta il film più importante prodotto dal CAI ancora oggi richiesto a livello internazionale per la sua unicità, il documentario di Ossini, previsto su Rai 3 in prima serata il 2 gennaio 2025, sarà proprio in anteprima al Lagazuoi, testimoniando la straordinaria attualità del gigante himalayano.
SENZA POSA Italia K2 di Mario Fantin. Racconto di un’impresa.
“Raccontare il K2. 1954 – 2024” ripercorre nel tempo le mitiche imprese. Nella prima sala Il CAI - Club Alpino Italiano omaggia il prezioso lavoro di Mario Fantin con le immagini di “Senza posa” mostra curata da Mauro Bartoli e Claudio Balestracci che dal 2022 gira l’Italia attraverso le Sezioni CAI. Incentrata sul taccuino autografo di Fantin, recentemente trovato dagli eredi fra le sue carte, sarà arricchita dal nuovo mini-documentario biografico sulla vita di Fantin, realizzato a partire dal film “Il mondo in camera” sempre di Mauro Bartoli (Apapaja, Labfilm, 2022) e dalla nuova edizione del diario di Fantin, “K2 - Sogno vissuto”, uscita a inizio dicembre (CAI Edizioni 2024). Il formato dell’esposizione è stato appositamente studiato per accordarsi alla struttura del Lagazuoi EXPO Dolomiti.
In questa prima parte la mostra celebra una figura rimasta a lungo in ombra e che ora si sta riscoprendo: Mario Fantin, cineasta, alpinista, sognatore, ma anche cartografo e scrittore. Infaticabile e invisibile dietro la cinepresa lavorò al gelo, in alta quota, nella spedizione organizzata e diretta da Ardito Desio che portò, per la prima volta, alla conquista dei K2. Fantin fu il primo a spingersi con la macchina da presa oltre i 6.500 metri di quota, con l’esplicita richiesta dello stesso Desio di documentare ciò che accadeva senza interruzioni. Da qui nasce il titolo “Senza posa”: per cogliere le immagini della spedizione l’operatore non poté fermarsi mai, né mai far fermare gli alpinisti.
Protagonista della sezione è il taccuino inedito recentemente trovato, dove il bolognese appuntò impressioni, emozioni, note tecniche. Sulle pagine si trovano le annotazioni di Fantin su riprese da realizzare, disegni di inquadrature, studi di fotogrammi per il film “Italia K2”, uscito nel 1955 e restaurato in 4k nel 2022, che ancora oggi resta un documento straordinario. Il taccuino rivela pure la dimensione intima della salita, con le emozioni, la fatica, il continuo stupore: “Che io abbia potuto essere fra questo esiguo numero di persone dopo sei anni appena dall'aver toccato per la prima volta un ghiacciaio, è ancora per me motivo di meraviglia. Sono qui, tutto è vero, ma non so ancora capacitarmene”, scrive Fantin. Il taccuino compare tra le novità della riedizione del libro “K2 - Sogno vissuto”, che esce proprio ora con un apparato iconografico formato sia da foto del Fondo Fantin custodito al Museo Nazionale della Montagna di Torino, sia da documenti inediti ritrovati da poco dagli eredi.
Nelle inquadrature proiettate al Lagazuoi EXPO Dolomiti appaiono i compagni della spedizione, tra cui Ardito Desio, che l’organizzò e diresse, Achille Compagnoni e l’ampezzano Lino Lacedelli, in vetta il 31 luglio 1954, e il giovane Walter Bonatti, in una narrazione che non dimentica gli encomi e le polemiche che seguirono l’impresa. Nel formato studiato per il Lagazuoi c’è pure il nuovo podcast, in questa sede lanciato da un teaser di presentazione accompagnato da una coinvolgente canzone inedita.
SULLE ORME DEL K2: Massimiliano Ossini. Racconti di una spedizione
Le storie sono centrali anche nel lavoro di Massimiliano Ossini, volto noto del piccolo schermo, tra “Uno Mattina”, “Linea Bianca”, “Kalipè”. Proprio per realizzare un documentario Rai e raccontare la spedizione del CAI e CNR K2-70, in cui otto alpiniste italiane e pakistane hanno sfidato il gigante himalayano a settant’anni dalla storica prima ascensione, Ossini si è messo letteralmente in cammino. “Sulle orme del K2”, il risultato delle sue eccezionali riprese, sarà in anteprima al Lagazuoi EXPO Dolomiti e in onda il prossimo 2 gennaio 2025 in prima serata su Rai3.
Il documentario Rai è uno dei fiori all’occhiello della seconda sezione della mostra al Lagazuoi: “Sulle orme del K2”, esposizione curata da Gian Luca Gasca, con il contributo di Ossini per testi e narrazione. Questa parte di Raccontare il K2. 1954 - 2024 si sviluppa attorno all’esperienza vissuta dal regista e scrittore sulla mitica montagna, tra ricordi personali, omaggi ai grandi alpinisti italiani e riflessioni sull’ambiente e il turismo sostenibile. Un viaggio tra immagini, video e pensieri in cui la storia e il presente si incontrano poco sotto la vetta.
“K2. Un passo dalla vetta, un passo dalla vita” è infatti il titolo del nuovo libro che Massimiliano Ossini ha tratto dall’esperienza: le avverse condizioni meteo hanno imposto cambi di programma e rinunce, insegnando il valore del sapersi fermare. D’altronde dalle pagine del libro emerge il confronto in prima persona con quella che, per la sua difficoltà tecnica e l’alto tributo di vite umane, è chiamata “la montagna selvaggia”, simbolo della sfida dell’uomo ai propri limiti.
Nella mostra al Lagazuoi EXPO Dolomiti si scoprono i commoventi rimandi ai grandi alpinisti che hanno preceduto Ossini, come Bonatti: “Penso al sacrificio compiuto ... per la buona riuscita di quella che considerava la sua squadra. Penso alla ferocia degli elementi che ha sfidato per una lunghissima notte a quasi 8000 metri d’altezza, immerso nel buio e circondato soltanto da neve, ghiaccio e crepacci senza fondo. Penso alla difficile battaglia per la verità che quell’uomo straordinario ha portato avanti con grandissima dignità. E alla incredibile forza interiore di quel ragazzo di 24 anni, così duramente provato, che non ha mai vacillato e che ha deciso di andare avanti, nonostante tutto, verso nuove sfide e nuove imprese”. Parole quasi universali: ogni passo verso la cima è una lotta contro il freddo, il vento, la fatica, ma anche contro il dubbio e la paura, da superare per proseguire nel cammino, compreso quello della vita.
La sezione presenta pure i cambiamenti di questi 70 anni. In primis quelli climatici, che ci impongono nuovi modi di vivere le alte quote con un turismo più rispettoso e sostenibile. “Il turismo non è un male di per sé ma deve coltivare l’attenzione e il rispetto per gli equilibri naturali e umani… Soprattutto non può limitarsi ad accaparrare per sé risorse, bellezza, panorami, senza impegnarsi a restituire qualcosa, collaborando a quella stessa grandezza di cui è ammirato spettatore”, sostiene Ossini.
Straordinaria è poi l’evoluzione dei materiali, dall’abbigliamento all’alimentazione. Per la spedizione del 1954 fu eccezionale il contributo delle aziende italiane, che progettarono e produssero in breve tempo una serie di materiali e attrezzature innovativi, dalle suole in gomma degli scarponi alle corde di nylon, dalle bombole di ossigeno fatte con tecnologie belliche alle termotute. Eppure suscitano tenerezza e ammirazione per i sacrifici imposti dal loro utilizzo se confrontati con quelli della spedizione del 2024: equipaggiamenti ultra-leggeri e termici, e, per le soste, cibi italiani di qualità forniti da Coldiretti e Consilia.
Lagazuoi EXPO Dolomiti, è il polo espositivo tra i più alti al mondo, a quota 2.732 metri, che sorge nel cuore delle Dolomiti, patrimonio UNESCO, a metà strada tra Cortina d’Ampezzo e l’Alta Badia. Uno spazio innovativo e una galleria espositiva di valenza internazionale che ospita un calendario ricco di eventi, esposizioni e progetti dedicati alla fotografia, all’arte del passato e a quella contemporanea, alla storia e alla preistoria del territorio. https://lagazuoi.it/
Nessun commento:
Posta un commento