La
 Denominazione conquista il 3° posto per superficie tra le DOP toscane, 
dietro soltanto al Chianti e al Chianti Classico. Il “fenomeno” 
Vermentino si conferma un’opportunità per la DOC.
 
Le Aziende, in questo particolare momento storico, necessitano di segnali forti da parte delle Istituzioni.
Le Aziende, in questo particolare momento storico, necessitano di segnali forti da parte delle Istituzioni.
Grosseto, 3 Marzo 2020_Si è tenuta a Grosseto nei giorni scorsi l’Assemblea dei soci del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana,
 nel corso della quale sono stati presentati e approvati all’unanimità 
il bilancio consuntivo 2019 e quello previsionale 2020 e sono stati 
illustrati i programmi previsti per l’anno in corso. “E’ importante continuare a identificare nel Consorzio lo strumento essenziale per fare sistema in Italia e all’estero”, insiste sulla coesione il Presidente Francesco Mazzei, che aggiunge: “occorre perseverare nella crescita in quantità e qualità, oggi
 la Denominazione Maremma Toscana si attesta al terzo posto, per 
superficie vitata rivendicata, tra le DOP toscane, dietro soltanto al 
Chianti e al Chianti Classico, è il momento di accelerare affrontando i 
mercati in maniera strategica e puntando sulla valorizzazione e sulla 
promozione non solo dei vini ma anche del territorio.” 
Numerose
 le attività promosse dal Consorzio in questa direzione già in questi 
primi mesi dell’anno: dopo le Anteprime Toscane - dove le nuove annate 
hanno convinto e in parte stupito la stampa nazionale e internazionale 
-, era tutto pronto per i due momenti fieristici più importanti, Prowein
 a Düsseldorf e Vinitaly. Alla luce dell’annullamento, nelle ultime ore,
 della manifestazione in Germania cresce la preoccupazione per il 
settore che è “sopravvissuto” ai dazi USA e alla Brexit e ora rischia di
 subire una brusca frenata. “Speriamo che la situazione si 
normalizzi al più presto, l’Italia si muove in una congiuntura che, se 
non governata, potrebbe avere le conseguenze di una crisi finanziaria”, afferma Mazzei sottolineando che “tutti
 comprendiamo la situazione e l’esigenza di attuare delle misure di 
precauzione nei confronti dell’emergenza coronavirus che ha colto il 
mondo di sorpresa, ma occorre che le istituzioni la gestiscano con 
protocolli precisi tenendo conto delle necessità delle imprese; il mese 
di febbraio a livello commerciale è stato molto critico e le prospettive
 rischiano di peggiorare nei prossimi
 mesi, occorre - e non parlo solo del nostro settore - dare dei segnali 
forti in merito alla volontà di rialzarsi con una comunicazione 
oggettiva, misurata e meno catastrofica”.
Il
 Consorzio sta lavorando nel mentre a un particolare progetto dedicato 
al Vermentino ed è in calendario invece la terza edizione di mareMMMa la
 Natura del Vino - con 450 vini che attendono operatori e pubblico il 9 
marzo ad Alberese presso il Granaio Lorenese  - assieme ai Consorzi 
Tutela Vini Morellino di Scansano e Montecucco. Si vogliono trasmettere 
alle Aziende fiducia e nuovi input in un momento così delicato come 
questo.
Il Direttore del Consorzio, Luca Pollini, ha esposto i dati che oggi
 vedono 294 aziende associate di cui 91 aziende “verticali”. La 
vendemmia 2019 fa registrare il massimo storico della Denominazione sia 
in termini di ettari rivendicati (superata la barriera dei 2.000 ettari)
 che di uve destinate alla produzione della DOC, superando 
abbondantemente i 150.000 quintali, il che pone la DOC Maremma Toscana 
al terzo posto tra le Denominazioni toscane rivendicate. Il quadro 
produttivo della viticoltura maremmana, ponendo a confronto i dati del 
2006 con quelli attuali, fa riscontrare dei “cambiamenti di rotta” che 
portano in luce nuove opportunità: a fronte di un decremento della quota
 di due varietà storiche del territorio, ovvero Sangiovese - che da 
quasi il 57% del vigneto scende a circa il 44,5% - e Trebbiano toscano, 
che da una quota di quasi il 9,5% scende a poco più del 4%, crescono il 
Vermentino che, negli ultimi 13 anni passa da una quota del 2,2% 
all’8,5% del vigneto grossetano, e - in maniera più contenuta - i 
vitigni internazionali come il Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah.
Corretto continuare a insistere su il Vermentino,
 il cui interesse da parte dei mercati nazionali e internazionali è 
cresciuto molto negli ultimi anni e anche in Maremma rappresenta un 
fenomeno in continua ascesa. I numeri parlano di 747 ettari di 
Vermentino che si attesta come la prima varietà a bacca bianca della 
provincia; nel 2019 le bottiglie sono passate a 1.607.000 per 12.049 hl e
 rappresentano il 28% del totale della produzione imbottigliata. Il 
Vermentino è quindi la seconda tipologia imbottigliata della DOC dopo la
 tipologia Rosso e la volontà è quella di “cavalcare” questo trend che 
potrebbe diventare uno dei motori trainanti della DOC. La DOC Maremma 
Toscana è la prima in Toscana e nell’Italia continentale per quanto 
riguarda questo vitigno.
Il
 Consorzio ha annunciato anche la partecipazione al progetto di 
'business intelligence', assieme ad altri sette consorzi del vino 
toscani e attivo dal 2021, con la collaborazione di Valoritalia, Wine 
Searcher e l’Università di Firenze. L’obiettivo è di creare un database 
ricco di informazioni utili alle Aziende per interpretare al meglio 
opportunità e nuove tendenze dei mercati.

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