giovedì 12 marzo 2020

Vigonza, Borgo del Gusto dal 2016


Il Comune di Forlì e la presidenza dell’associazione della Rotta Culturale Europea Atrium erano stati invitati dalla rete dei borghi europei del gusto alle giornate d’informazione di Borghi d’Europa, la rassegna che si era svolta nella Bassa Padovana e nella Bassa Veronese . Oltre a Forlì, tra le istituzioni romagnole invitate c’era anche il Comune di Predappio,nel dicembre del 2026.
L’evento si era caratterizzato come un momento di incontro e confronto tra i progetti e le iniziative di valorizzazione di oltre 50 borghi europei. Tra le proposte emerse nella rete dei borghi europei del gusto quella del Veneto, che aveva suggerito quale nuovo socio di Atrium il Comune di Vigonza, con il borgo rurale progettato dall’architetto Quirino De Giorgio, uno dei massimi esponenti del movimento futurista.
Quirino de Giorgio è l'architetto che meglio seppe interpretare l'architettura fascista in Veneto, lasciandone un'impronta significativa nel territorio: negli anni Trenta, egli, infatti, realizzò numerosi interventi nell'ambito dei programmi di sviluppo rurale dell'epoca fascista, destinati alla demolizione dei casoni, considerati malsani, sostituiti da nuove abitazioni per i contadini, previste nei Borghi Rionali. Tra i maggiori esempi di questi interventi, c'è il Borgo rurale di Vigonza, pochi chilometri fuori Padova, progettato e realizzato tra 1936 e 1938 e ancora oggi visibile. L'elemento cardine del nuovo insediamento rurale è il teatro, di quasi 600 posti, la cui facciata convessa domina la piazza e mostra soluzioni di dettaglio di grande cura, affiancato dalla possente torre-ciminiera su cui troneggia il motto fascista; a questo si accostano il mercato coperto, una serie di abitazioni, disposte in forma sinuosa, oltre alla casa del fascio, di monumentalità contenuta, la cui facciata utilizza con forza come strumento espressivo il laterizio. Intervento simile, realizzato non lontano da Vigonza, è Borgo Littorio di Candiana, costituito da 24 unità bifamiliari disposte lungo un asse rettilineo, oggi ancora riconoscibili per quanto riguarda l'impianto planimetrico, ma profondamente rimaneggiate nella struttura.



L'iniziativa era stata accompagnata da una intensa campagna di informazione sulla filiera agroalimentare, con la costruzione di una Via del Gusto ( con le visite in incognito dei giornalisti e dei comunicatori di Borghi d'Europa per la scelta dei 'luoghi del desiderio') e il dono di materiali didattici di educazione alimentare.
Le scelte avevano toccato la Macelleria di Giovanni Coppiello e Ortofrutta Longato a Busa di Vigonza ; il Panificio Profumo di Pane a Perarolo ; il ristorante Bazabò e il Caffè del Doge a Vigonza ; il ristorante La Vite Bianca ; la Macelleria Gastronomia da Diego e la pizzeria ristorante
al Canton Novo di Codiverno e il ristorante La Piccola Osteria.




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