A cura di Scalpendi
TERZO EPISODIO
8 – 28 settembre 2025
Licalbe Steiner. Ricerche a cura di Giovanni Baule e Anna Steiner
Fabbrica del Vapore – Sala delle Colonne Milano |
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Albe e Lica anni '60 Foto Mulas Fotografie Ugo Mulas © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati |
Dall’8 al 28 settembre 2025, presso la Fabbrica del Vapore – Sala delle Colonne di Milano, andrà in scena il terzo episodio della mostra “Milano città che sale”, Licalbe Steiner. Ricerche, a cura di Giovanni Baule e Anna Steiner.
“Milano città che sale” è la prima mostra a episodi, ideata e curata da Scalpendi, che vuole celebrare lo spirito creativo, culturale e progettuale della città di Milano. Fino al 18 gennaio 2026, Fabbrica del Vapore ospita un viaggio articolato in sette esposizioni della durata di 21 giorni ciascuna, che raccontano – attraverso figure e movimenti emblematici dal secondo dopoguerra a oggi – l’identità dinamica e internazionale del capoluogo lombardo. Rendendo omaggio a protagonisti come Elio Vittorini, Giovanni Testori, Albe Steiner, il Laboratorio di comunicazione militante, la Milanottanta, Paolo Rosa e Luisa Spinatelli, la mostra mette in luce l’intreccio tra arte, cultura, editoria, teatro e impresa che ha reso Milano un punto di riferimento in tutta Europa.
Questo nuovo format espositivo ispirato alla serialità di letteratura e serie TV costruisce così una narrazione a tappe capace di fidelizzare il pubblico, coinvolgendo una platea ampia, trasversale e curiosa. Ogni mostra si concentra infatti su una declinazione unica del tema generale, creando al contempo un dialogo continuo e coerente tra tutte le parti.
Ma non solo, l’innovazione di questa particolare tipologia di mostra risiede anche nell’impiego della Telepresenza Robotica, una tecnologia all’avanguardia che, grazie al corpo robotico Double 3, permette a chi la utilizza di essere presente in tre dimensioni, in tempo reale e a distanza, ovunque nel mondo. A differenza delle tradizionali visite virtuali, la telepresenza robotica offre al visitatore un’esperienza completamente interattiva e proattiva: è il soggetto stesso a decidere come muoversi all’interno dell’ambiente espositivo, scegliendo la propria prospettiva e creando un percorso personalizzato.
Il terzo episodio in programma dall’8 al 28 settembre 2025 si intitola Licalbe Steiner. Ricerche, a cura di Giovanni Baule e Anna Steiner ed è realizzato in collaborazione con Archivio Studio Origoni Steiner.
Figlio di Fosca Titta e Emerico Steiner, e nipote del celebre Giacomo Matteotti, Albe Steiner è una figura chiave della grafica e del design italiano del Novecento. Dopo il diploma in ragioneria, sceglie di dedicarsi allo studio del design, approfondendo il Costruttivismo sovietico di El Lisitzkij, il Bauhaus e l’astrattismo italiano, accostandosi contemporaneamente a pittura e fotografia con collaborazioni allo Studio Boggeri. La sua prima mostra grafica si tiene nel 1940 alla VII Triennale di Milano. Negli anni della guerra, Steiner si avvicina al Partito Comunista Italiano e, insieme alla moglie Lica, sua compagna di vita e arte, entra in contatto con importanti intellettuali come Salvatore Di Benedetto ed Elio Vittorini. Lica, che condivide con Albe impegno politico e culturale, gioca un ruolo fondamentale nel sostegno e nella partecipazione alle attività clandestine di propaganda e informazione. Durante la Resistenza, Albe combatte nelle file del battaglione Valdossola, perdendo il fratello Mino deportato a Mauthausen. Dopo la Liberazione, Steiner entra come grafico nella redazione de Il Politecnico di Einaudi, diretto da Vittorini, distinguendosi per scelte innovative che rinnovano la grafica editoriale con richiami alle avanguardie russe e l’introduzione del fumetto. Con Vittorini realizza la collana “Politecnico biblioteca” (1946-1949), punto di riferimento culturale del dopoguerra. Dal 1946 al 1948, Steiner vive in Messico con la famiglia e l’architetto Hannes Meyer, collaborando alla campagna nazionale di alfabetizzazione e al Taller de gráfica popular, dove lavora con artisti come Diego Rivera e David Alfaro Siqueiros. Tornato in Italia, continua la sua attività di grafico e docente, collaborando con importanti riviste (Domus, Metron), editori (Feltrinelli, Einaudi) e giornali di sinistra (l’Unità, Rinascita). Negli anni Cinquanta è art director della Rinascente, tra i promotori della mostra da cui nasce il Premio Compasso d’Oro, e insegna in diverse istituzioni, dall’Umanitaria all’ISIA di Urbino e agli istituti d’arte di Parma, Roma e Firenze. Nel 1963 disegna il logotipo della Coop per il primo magazzino a libero servizio di Reggio Emilia. Collabora con Rai, Piccolo Teatro, Triennale di Milano e la Biennale di Venezia, e progetta il Museo al Deportato politico e razziale di Carpi, inaugurato nel 1973. Albe Steiner è stato socio fondatore dell’Associazione per il Disegno Industriale e membro dell’Alliance Graphique Internationale. La moglie Lica, figura imprescindibile nella vita e nell’opera di Albe, ha continuato a portare avanti la sua eredità artistica e culturale dopo la sua morte, avvenuta nel 1974 in Sicilia. Scomparsa nel 2008, Lica ha rappresentato non solo una compagna fedele, ma anche una preziosa custode e interprete dell’opera di Steiner, insieme alla figlia Anna e al genero Franco Origoni. Sulla tomba di Albe a Mergozzo, un blocco di granito recita: «Albe Steiner, partigiano», memoria indelebile di un uomo che ha lasciato un segno profondo nel design, nella cultura e nella storia italiana. |