martedì 14 ottobre 2025

La Dieta Mediterranea DEVE ESSERE MATERIA SCOLASTICA

 


 Dalla tavola rotonda “Mediterranean Diet: a tool for the Agenda 2030” tenutasi il 13 ottobre nell’ambito del “Milan Urban Food Policy Pact” è emerso che per arginare le morti per malattie connesse alla cattiva nutrizione (100mila all’anno secondo SINuC) e il fenomeno dell’obesità infantile (il 30% dei bambini di 8-9 anni è almeno sovrappeso, secondo AIRC) bisogna agire in fretta, in modo incisivo e duraturo, partendo dalla popolazione più giovane, coinvolgendo le famiglie e i Comuni.

 

Bisogna creare consapevolezza affinchè le scelte alimentari siano più responsabili e la dieta mediterranea venga considerata un modello alimentare (ma anche culturale…) in grado di fare prevenzione primaria.

Questo può avvenire – afferma Vito Amendolara, Presidente dell’Osservatorio Dieta Mediterranea – “solo inserendo l’educazione alimentare all’interno dei percorsi scolastici dalle scuole elementari alle secondarie di secondo grado, come vera e propria materia curriculare studiata tutto l’anno, supportando gli insegnati con le docenze di biologi nutrizionisti”.

 

Secondo Ruggero Lensi, Direttore Generale UNI e Vicepresidente ISO “La prassi di riferimento UNI/PdR 170 (liberamente scaricabile all’indirizzo https://store.uni.com/uni-pdr-170-2024 ) potrebbe essere usata come strumento per costruire i percorsi di formazione più adatti ad ogni fascia di età, per trarre vantaggio di tutti i benefici insiti nella Dieta Mediterranea”.

 

La professione del biologo si è evoluta per fare fronte alle nuove esigenze della società – afferma Vincenzo D’Anna, Presidente FNOB – e la figura specializzata del biologo nutrizionista ora ha le competenze tra le altre) per gestire progetti nutrizionali, fare sorveglianza nutrizionale nelle comunità, valutare la qualità e salubrità degli alimenti, elaborare diete per persone affette da patologie e – soprattutto – fare educazione alimentare”.

 

Giovanni Caggiano, Presidente ASMEL ha evidenziato “il ruolo fondamentale della mensa scolastica, citando l’esempio “a metro zero e rifiuti zero”, basata sull’utilizzo di produzioni agroalimentari provenienti da territori rurali e da aree interne spesso trascurate, ma che contribuiscono a diffondere uno stile di vita sano e consapevole, auspicabilmente applicabile ai 4700 Comuni associati”.

 

Secondo Francesco Schittulli, Presidente LILT La corretta alimentazione è uno dei pilastri della prevenzione primaria. In tal senso, la dieta mediterranea rappresenta un modello virtuoso, capace di allontanare circa il 30% dei tumori e ridurre il rischio di patologie oncologiche e non, come le metaboliche, cardiovascolari e altre. Serve un impegno condiviso – istituzioni, mondo produttivo e società civile – per tutelare la salute promuovendo la cultura della sana alimentazione, sin dall’età scolare. Per realizzare questa visione, proponiamo l’istituzione di un tavolo tecnico interdisciplinare che sviluppi questa strategia di prevenzione a lungo termine, per tradurre nella concretezza dei fatti queste aspettative e garantire una più lunga e migliore qualità di vita”.

 

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