martedì 25 novembre 2025

SI CHIUDE CON OLTRE 18.000 VISITATORI LA MOSTRA CHE HA VOLUTO CELEBRARE LA STORIA E IL FUTURO DI UN EDIFICIO IN TRASFORMAZIONE, IN PIENO CENTRO STORICO DI ROMA

 DA GALLERIA D’ARTE A SALA DA BALLO A EX NIGHT CLUB,

FINO A SPAZIO PER CUSTODIRE I LIBRI RARI E LA FOTOTECA

DELLA BIBLIOTHECA HERTZIANA

 

 

Chi esce entra. A Tribute Exhibition to a Disappearing Building

 

a cura di Simon Würsten Marin

 

 

 



 

 

Via Gregoriana 9, 00187 Roma

www.biblhertz.it

 

Chi esce entra. A Tribute Exhibition to a Disappearing Building. Installation view, Via Gregoriana 9, Roma.

Credits: Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte


Roma, 25 novembre 2025. Oltre 18.000 visitatori e lunghe file: in poco più di sei settimane, dal 10 ottobre al 23 novembre 2025, la mostra Chi esce entra. A Tribute Exhibition to a Disappearing Building – voluta dalla Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte e curata da Simon Würsten Marin – ha registrato una partecipazione straordinaria e un forte consenso da parte del pubblico e della comunità artistica nazionale e internazionale.

 

Allestito negli spazi di via Gregoriana 9 a Roma, il progetto nasce dall’esigenza di documentare la storia di un edificio con oltre un secolo di vita culturale. Dopo decenni di abbandono, la struttura è oggi una “rovina contemporanea” nascosta nel centro storico e destinata a diventare la nuova ala della Bibliotheca Hertziana, la cui sede principale si trova a Palazzo Zuccari, al civico 30 della stessa via. Questo nuovo ampliamento ospiterà i libri rari e la vasta fototeca dell’Istituto.

 

La trasformazione imminente ha reso urgente la mappatura, l’archiviazione e lo studio del luogo per preservarne identità e memoria. Ne deriva una situazione paradossale: un’istituzione dedicata alla conservazione della storia dell’arte si trova a dover demolire un edificio esso stesso ricco di storia. La traiettoria dell’immobile racconta infatti una stratificazione culturale significativa: galleria d’arte di Ludovico Spiridon agli inizi del Novecento, sala da ballo, e poi La Cage aux folles, iconico club della vita notturna romana degli anni Ottanta, prima del suo definitivo abbandono.

 

Il progetto ha proposto l’arte come strumento capace di preservare ciò che rischiava di svanire dalla memoria collettiva. Attraverso un intervento site-specific, inedito nella storia dell’Istituto, il pubblico è stato invitato a riflettere su memoria, architettura e trasformazioni urbane attraverso le opere di oltre 25 artist3 di generazioni e provenienze diverse: Vincenzo Agnetti, Louise Bourgeois, Francesca Cornacchini, Jesse Darling, Eva Fàbregas, Tarik Hayward, Margaretha Jüngling, Thomas Julier, Tarik Kiswanson, Corrado Levi, Paul Maheke, Marie Matusz, Mónica Mays, Hana Miletić, Effe Minelli, Lulù Nuti, Francesca Pionati e Tommaso Arnaldi, Aurélien Potier, Hannah Quinlan & Rosie Hastings, Prem Sahib, Davide Stucchi, Grégory Sugnaux, Ian Waelder, Rachel Whiteread, e i coreograf3 e performer Lara Dâmaso, Isam Abad Montalvo e Sorour Darabi.

 

Tra pittura, fotografia, installazione, video e performance, la mostra ha instaurato un dialogo sensoriale e riflessivo con l’architettura, interpretando l’attuale stato di degrado come una fase significativa della storia dell’edificio e come terreno fertile per il pensiero critico. Al centro del progetto c’è la riflessione sul ruolo della pratica artistica nel preservare la memoria culturale e nel mettere in discussione le narrazioni istituzionali, affrontando temi come il decadimento, l’eredità culturale e la politica della memoria.

 

Il titolo Chi esce entra riprende un’opera in feltro di Vincenzo Agnetti del 1971, in cui la frase, marchiata a fuoco, suggerisce che gli opposti possano convergere generando nuovi significati. Allo stesso modo, è la scomparsa imminente dell’edificio a innescarne il ricordo: lo spazio, riattivato dalle opere e dalla presenza del pubblico, torna per un momento a vivere prima della sua trasformazione definitiva.

 

Tristan Weddigen, direttore presso la Bibliotheca Hertziana:

L’idea di ricostruire una memoria collettiva di un luogo d’arte dimenticato, attraverso una strategia di rievocazione critica, si è realizzata appieno. Con oltre diciottomila visitatori la mostra ha offerto un’esperienza valorizzante a un pubblico ampio, composto sia da operatori del sistema dell’arte sia da cittadini di Roma. Ritengo che sia stato decisivo imperniare l’evento su un concetto semplice, ma aperto a molteplici interpretazioni e sviluppi. L’esito di questo progetto ha confermato come ricerca artistica e curatoriale possano mediare tra arte e storia, attivando forme estese di condivisione. Come storico dell’arte continuo infatti a credere nella conoscenza intuitiva e nell’intelligenza estetica.

 

Simon Würsten Marin, curatore della mostra:

La mostra ha superato di gran lunga ogni nostra aspettativa. Mi ha colpito la curiosità che ha saputo generare, non solo tra professionisti e appassionati d’arte, ma anche nel pubblico romano in generale. In questa città esiste un’attenzione autentica e profonda per la cultura, e l’accoglienza calorosa che abbiamo ricevuto dimostra quanto l’arte contemporanea possa essere accessibile a tutti: non un territorio elitario, ma un linguaggio capace di offrire sguardi poetici e delicati sull’identità e sulla memoria collettiva. Grazie al loro dialogo stratificato con l’architettura, le opere hanno temporaneamente riattivato uno spazio rimasto silenzioso e nascosto per oltre trent’anni, riportando alla luce ricordi che sembravano dimenticati. Molti visitatori hanno condiviso con noi le loro storie legate a La Cage aux folles, permettendoci di comprendere più profondamente la storia di questo luogo, proprio nel momento in cui si prepara a scomparire nella sua forma attuale. L’edificio lascerà presto spazio a qualcosa di nuovo, ma le migliaia di persone che hanno visitato la mostra hanno contribuito a ciò che per noi conta di più: ora custodiscono una nuova memoria di questo spazio, una memoria che continuerà a vivere nella storia e nell’immaginario della città.

 

Chi esce entra. A Tribute Exhibition to a Disappearing Building. Installation view, Via Gregoriana 9, Roma.

Credits: Enrico Fontolan, Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte


Chi esce entra. A Tribute Exhibition to a Disappearing Building è accompagnata da un volume edito da Dario Cimorelli Editore, a cura di Simon Würsten Marin, con saggi di Tristan Weddigen, Simon Würsten Marin, Margherita Fratarcangeli, He Shen, con un’ampia documentazione storica e di ricerca sull’edificio e sull’esposizione creando una traccia permanente su via Gregoriana 9.

 

La mostra è stata un’iniziativa di Rome Contemporary, un focus di ricerca del dipartimento di Tristan Weddigen, ed è promossa dalla Fondazione Max Planck. La Fondazione è l’attuale proprietaria di via Gregoriana 9, che è riuscita ad acquisire grazie al sostegno di uno sponsor privato. In qualità di costruttore e sviluppatore, la Fondazione sta realizzando il progetto di trasformazione in stretta collaborazione con la Bibliotheca Hertziana.


INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO

Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte

Via Gregoriana 28, 00187 Roma

www.biblhertz.it 

Mara Freiberg Simmen | mara.freibergsimmen@biblhertz.it   

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