Banca di Bologna conferma il suo impegno nella promozione dell’arte contemporanea, che dal 2016 ha visto susseguirsi a Palazzo De’ Toschi esposizioni di livello internazionale. Nell’ambito di ART CITY 2026, la Banca presenta Miss America, una mostra dell’artista portoghese Francisco Tropa (Lisbona, 1968) allestita nella Sala Convegni Banca di Bologna di Palazzo De’ Toschi, che resterà aperta con accesso gratuito dal 3 febbraio al 1° marzo 2026.
Curata da Simone Menegoi, rappresenta la prima personale di Tropa su larga scala in Italia dopo Scenario, il Padiglione Portoghese alla Biennale Arte di Venezia del 2011. La mostra prende il titolo dall’opera principale, Miss America, una creazione inedita che combina installazione e performance.
Francisco Tropa è uno degli artisti portoghesi più importanti fra quelli venuti alla ribalta internazionale negli ultimi trent’anni. Ha all’attivo una lunga serie di mostre personali in istituzioni europee, ha preso parte ad alcune fra le maggiori rassegne d’arte periodiche del mondo (Biennale di San Paolo, Biennale di Istanbul, Manifesta, etc), e ha partecipato per due volte alla Biennale di Venezia. Nell’arco di circa tre decenni ha realizzato installazioni, sculture, disegni, performance, fotografie e film, spaziando dalla rarefazione del linguaggio concettuale alla seduzione di materiali tradizionali come bronzo, legno, vetro. Complessa e stratificata, la sua opera è densa di riferimenti alla storia dell’arte, all’archeologia, alla letteratura. Nel suo insieme, si presenta in primo luogo come una riflessione sulla natura di ciò che chiamiamo “arte”: la sua origine, la sua storia, il suo legame con altri ambiti dell’attività umana.
Un tratto caratteristico di Tropa è quello di lavorare per cicli di opere che possono prolungarsi per anni e che talvolta si intrecciano fra loro. Fra questi, Giant, in cui le ossa dello scheletro umano, riprodotte in bronzo, sono il materiale di partenza per sculture che riconducono le origini dell’architettura al corpo e alla morte; Scripta, ispirato a un gioco da tavolo dell’antica Roma e basato sull’affinità fra attività estetica e attività ludica; Lanterne, proiezioni luminose in cui, come nell’allegoria della caverna di Platone, oggetti quotidiani danno vita a fantasmagorie di luci e ombre in movimento.
Proprio una delle lanterne, le opere che hanno fatto conoscere Tropa al pubblico italiano nella Biennale di Venezia del 2011, introduce la mostra. Si tratta di Lantern with clock mechanism (2025), in cui l’ombra proiettata in grandi dimensioni è quella di un meccanismo a orologeria in funzione. Come sempre nelle opere del ciclo, il proiettore non è un semplice oggetto tecnico: disegnato dall’artista e realizzato in ottone, è una vera e propria scultura.
Se la mostra si apre all’insegna dell’ombra, si chiude con una nube di vapore. Fumeux fume (2018-2025) è un affumicatore del genere di quelli usati in apicoltura che, grazie a un congegno temporizzato, emette sbuffi di vapore a intervalli regolari.
Il tempo che scorre, il vapore che si dissolve, sono figure della transitorietà. Come tali, rimandano a un genere pittorico del XVII secolo molto caro all’artista: la vanitas, natura morta i cui elementi rammentano allo spettatore la caducità di tutte le cose.
Fra gli estremi costituiti da queste due opere lo spettatore incontrerà Miss America, una nuova produzione che occuperà quasi per intero il Salone e che costituisce per Tropa l’avvio di un nuovo ciclo di lavori. Il contenuto preciso dell’opera sarà rivelato solo all’apertura della mostra. Ciò che l’artista desidera condividere fin d’ora, è che la nuova creazione combinerà installazione e performance; che sarà allestita e disallestita ciclicamente sotto gli occhi degli spettatori; che includerà un testo. Quanto al titolo, Miss America, è intenzionalmente ambiguo. Tropa ci rammenta che può essere inteso almeno in due modi: come un ovvio riferimento al rito obsoleto del concorso di bellezza, oppure - se si interpreta “Miss” come voce del verbo “to miss”, “sentire la mancanza” - nel senso di “mi manca, ci manca, l’America”. E il pensiero, allora, corre all’attualità.
Si ringrazia la galleria Jocelyn Wolff, Parigi.
Francisco Tropa è nato nel 1968 a Lisbona, dove vive. Oltre ad aver partecipato per due volte alla Biennale di Venezia (nel 2003, nella mostra internazionale, e nel 2011, come artista rappresentante il Portogallo), ha preso parte alla Biennale di Rennes (2012), alla Biennale di Istanbul (2011), a Manifesta (2000), alla Biennale di Melbourne (1999) e a quella di San Paolo (1998). Fra le esposizioni personali dell’ultimo decennio: Paésine, Nouveau Musée National de Monaco (MC), 2024; ⒶMO-TE, Museu Serralves, Porto (PT), 2024; The Lung and the Heart, Musée d’art moderne de Paris, Parigi, 2022; Che Vuoi?, Le Creux de l’Enfer, Thiers (FR), 2022; The Pyrgus from Chaves, Fundaçào Calouste Gulbenkian, Lisbona, 2019; Scripta (performance), Centre National de la Danse, Parigi, 2018; Giant (performance), festival MOVE, Centre Pompidou, Parigi, 2018; TSAE - Trésors Submergés de l’Ancienne Égypte, Musée Régional d’Art Contemporain Languedoc - Roussillon, Sérignan (FR), 2015; TSAE - Tesouros Submersos do Antigo Egipto, Museu de Lisboa, Lisbona, 2014; STAE - Submerged Treasures of Ancient Egypt, La Verrière, Fondation d’Entreprise Hermès, Brussels (BE), 2013.
INFO
Francisco Tropa
MISS AMERICA
A cura di
Simone Menegoi
Nell’ambito di
ART CITY Bologna 2026
Date
3 febbraio – 1°marzo 2026
Sede espositiva
Palazzo De’ Toschi – Sala Convegni Banca di Bologna
Piazza Minghetti 4/D, Bologna
Inaugurazione
martedì 3 febbraio, ore 18 – 22
Orari durante ART CITY Bologna 2026
4, 5 febbraio, 10 – 20 | 6, 8 febbraio, 10 – 21 | 7 febbraio, 10 – 24
Orari dopo ART CITY Bologna 2026
sabato e domenica, 11 – 21
Ingresso libero
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