E’ quanto emerge dal NOMISMA Italian Agrifood Mkt Potential Index presentato oggi a Agronetwork. Dopo gli USA le maggiori crescite previste sono con Germania e Cina
Roma – 14 novembre 2018. “Secondo
le stime Nomisma, le importazioni statunitensi di prodotti agrifood
dall’Italia sono destinate a cresce ad un tasso medio annuo (CAGR) del
+6,5% nel periodo 2017-2022”, è quanto evidenzia Denis Pantini, Responsabile Area Agroalimentare di Nomisma in occasione dell’evento promosso oggi da Agronetwork durante il quale è stato presentato un apposito indicatore, il NOMISMA Italian Agrifood Mkt Potential Index (realizzato in collaborazione con Confagricoltura)
FOTOGRAFIA ATTUALE-Prosegue la crescita
Prosegue
anche nel 2017 la crescita del ruolo giocato dai mercati esteri per
l’agrifood italiano: i consumi nazionali per generi alimentari e bevande
(243 miliardi € nel 2017), seppur in ripresa, sono, difatti, ancora
lontani dai tempi pre-crisi, per cui esportare - oltre che
un’opportunità di crescita per le aziende agroalimentari italiane -
rappresenta anche una strategia di sopravvivenza. Non a caso, negli
ultimi anni il fatturato del settore è stato trainato dalla domanda
estera: nel 2017 il 24% del giro d’affari dell’industria alimentare
nazionale è stato generato proprio al di fuori dei confini italiani a
fronte di un 20% di cinque anni prima.
In termini assoluti, le vendite sui mercati internazionali dei prodotti agrifood Made in Italy hanno
superato i 40 miliardi € nel 2017, registrando un balzo del +27% su
base quinquennale e del +5,6% rispetto al 2016. E, sebbene ci sia un
lieve rallentamento, l’espansione dell’export continua anche nel 2018:
+2,3% nel I semestre rispetto al medesimo periodo del 2017. A trainare
tale incremento sono sia i mercati tradizionali, i cosiddetti Paesi
bandiera, come Germania (export italiano pari a 6,9 mld € nel 2017,
+16,5% tra 2012 e 2017), Stati Uniti (4,0 mld €, +48,9%), Regno Unito
(3,3 mld €, +27,8%), Canada (809 mln €, +24,3%), Giappone (794 mln €,
+13,1%), che da soli valgono il 40% del nostro export agroalimentare,
sia i mercati emergenti (Paesi frontiera), su tutti Polonia (833 mln €
nel 2017, +58,1% su 2012), Australia (530 mln €, +41,7%), Cina (423 mln
€, +78,5%), Corea del Sud (221 mln €, +68,8%) e Messico (103 mln €,
+23,8%).
IL FUTURO- Potenzialità agrifood italiano per i prossimi 5 anni
Ma
cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Le potenzialità dell’agrifood
italiano per il prossimo quinquennio su 10 mercati target (5 bandiera e 5
frontiera) si presentano alquanto interessanti; il NOMISMA Italian Agrifood Mkt Potential Index
prende in considerazione variabili di diversa natura tra cui i redditi
pro-capite, i consumi alimentari, l’import agroalimentare, il ruolo dei
prodotti italiani e la presenza di dazi e altre barriere agli scambi
commerciali. Emerge come gli Stati Uniti rappresentano il mercato con le
maggiori opportunità di sviluppo futuro per l’agrifood Made in Italy con un valore dell’indice pari a 100. “Pur
essendo un mercato tradizionale per il nostro export (peso del 10%) e
nel quale le nostre aziende sono presenti da anni, le opportunità di un
ulteriore sviluppo dell’agrifood tricolore in tale mercato sono enormi
grazie all’elevata capacità di spesa di parte della popolazione,
all’enorme dimensione del mercato in termini di potenziali consumatori e
ad un import di prodotti italiani che per ora risulta concentrato
(oltre la metà) in soli cinque stati (California, New York, Texas,
Illinois e Florida)”, afferma Denis Pantini, Responsabile Area Agroalimentare di Nomisma.
Gli
altri mercati con le maggiori potenzialità per l’agroalimentare
nazionale sono la Germania (NOMISMA Italian Agrifood Mkt Potential Index
pari a 97) e la Cina (94): si stima che in tali mercati la domanda di
prodotti agroalimentari italiani crescerà ad un CAGR 2017-2022,
rispettivamente, del +4% e del +12%. Seguono Canada (73), Giappone (72) e
poi distanziati Polonia (52), Regno Unito (42), Corea del Sud (38),
Australia (29) e Polonia (15).
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