Una
ricerca Wine Monitor- Nomisma svela che nelle province italiane dove la
cooperazione è meno presente, le superfici del vigneto si vanno
riducendo.
Lo studio presentato a Vivite, la prima mostra-evento dedica alle
cantine cooperative e ai loro soci produttori che inaugura oggi a Milano.
Milano, 17 novembre 2018
– Che viticoltura sarebbe senza la cooperazione? I dati dicono che il
vigneto italiano negli ultimi 5 anni ha conosciuto un calo delle
superfici del 7% e che le riduzioni maggiori abbiano interessato proprio
le regioni dove mancano cooperative strutturate
e dimensionate. Regioni come Campania, Sardegna, Lazio (in cui si
concentra solo il 12% delle cooperative), hanno non a caso conosciuto la
contrazione più significativa, da un -15% della Campania a un -21%
della Calabria. Al contrario, in territori dove la
viticoltura è estremamente frammentata come Trento e Bolzano, Emilia
Romagna, Abruzzo e Veneto, è proprio la significativa presenza di
cooperative molto grandi per fatturato (oltre 30 milioni di media per
cooperativa a Trento, Verona, Treviso e Reggio Emilia)
hanno garantito una tenuta della coltivazione della vite in questi
territori, registrando anche una crescita delle superfici del vigneto.
È questo lo studio inedito realizzato da Winemonitor-Nomisma e che è stato presentato oggi a Vivite, il festival
del vino cooperativo in programma oggi e domani
al Museo della Scienza e della tecnologia Leonardo da vinci di Milano,
con una seconda edizione arricchita nel programma e nel parterre di
ospiti. Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il presidente
di Alleanza cooperative Italiane Maurizio Gardini, insieme ai
copresidenti Mauro Lusetti e Brenno Begani, che hanno voluto rimarcare
con la loro presenza la grande vitalità di un comparto come quello della
cooperazione vitivinicola, espressa da numeri di tutto
riguardo: oltre 480 imprese operanti su tutto il territorio nazionale,
140.000 soci viticoltori, un fatturato di 4,5 miliardi di euro, 8
cooperative nella classifica delle prime 15 imprese italiane del vino.
“Lo
studio presentato da Nomisma dimostra con l’evidenza dei numeri – ha
spiegato Ruenza Santandrea, coordinatrice Vino di Alleanza cooperative
Agroalimentari
– il ruolo svolto dalle cantine cooperative nell’opera di salvaguardia e
di sviluppo dei produttori di uva anche nelle zone più svantaggiate del
paese. Nelle province dove la cooperazione non c’è, il potenziale
produttivo va via via riducendosi. Ma attenzione,
la cooperazione spesso è una condizione necessaria ma non sufficiente
alla tenuta del vigneto, sufficienza che invece dipende dalla dimensione
competitiva della cooperative, perché è nelle zone dove insistono
cooperative più grandi ed internazionalizzate che
è garantita la coltivazione della vite e la sostenibilità economica d
migliaia di piccoli agricoltori che producono il 58% circa del vino
italiano”.
“Oggi
più che mai – le ha fatto eco il presidente di Alleanza cooperative
agroalimentari Giorgio Mercuri – la sfida è quella della sostenibilità,
che
la cooperazione è pronta a raccogliere, nel senso più profondo della
definizione, ossia garantendo uno sviluppo che non metta a repentaglio
quello delle future generazioni”. E ai quattro asset della sostenibilità
- ambientale, sociale, economica e culturale
– verranno dedicati quattro momenti di confronto nell’ambito della due
giorni della manifestazione.
Il festival del vino cooperativo
Pensata non per essere una mostra di vini, bensì un vero e proprio racconto
del mondo del vino cooperativo, Vivite offre ai visitatori,
nella splendida cornice delle ex scuderie Le cavallerizze, un
allestimento “esperienziale”, per far conoscere da vicino le tante
realtà produttive della cooperazione e i loro territori,
per far assaggiare i loro vini ascoltando i loro racconti.
L’obiettivo è quello di comunicare a tutti,
esperti di vino e neofiti, curiosi e grande pubblico, attraverso un
format alternativo che parli, come recita il pay-off, la “lingua di
tutti”.
I visitatori possono scegliere tra un ampio ventaglio di attività (il calendario completo è su:
www.vivite.it/programma).
Insieme alle classiche degustazioni e masterclass, il programma
include: laboratori didattici e ludici, workshop, concerti, attività di
intrattenimento, degustazioni, momenti di confronto informali (“pane e salame”),
animati da un ricco parterre
di ospiti che include: Raffaele Borriello, Giampaolo Buonfiglio,
Francesco Citarda, Renzo Cotarella, Paolo De Castro, Francesco
Giangregorio, Giovanni Luppi, Giorgio Mercuri, Denis Pantini, Christian
Scrinzi, Raffaele Testolin, Angelo Totaro, Adriano Turrini
e Pierluigi Zama.
Il
programma delle degustazioni, il cui ingresso è gratuito previa
iscrizione, include invece: il metodo Charmat, il metodo classico, i
grandi vini
bianchi, i grandi vini rossi e i vini piemontesi (curate da Daniele
Cernilli) e l’abbinamento del Sangiovese con diverse stagionature del
Parmigiano reggiano.
Sabato 17 novembre alle ore 21.00, avrà luogo il mini-evento
Tre Bicchieri Cooperativi, con la presentazione dei vini delle cantine cooperative che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento nella
Guida Gambero Rosso 2019.
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