Alessandria scolpita è il titolo della mostra che la Camera di Commercio di Alessandria e la Città di Alessandria hanno promosso in occasione delle celebrazioni degli 850 anni di fondazione della città.
L’esposizione,
che si terrà a palazzo del Monferrato dal 14 dicembre 2018 al 5 maggio
2019, è stata realizzata con la collaborazione della Soprintendenza
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Alessandria, Asti
e Cuneo, nonché delle Diocesi di Alessandria, Acqui Terme, Asti, Casale
Monferrato, Mondovì, Tortona e dell’Arcidiocesi di Genova.
Beneficia,
inoltre, del sostegno della Regione Piemonte, della Consulta per i Beni
Culturali dell’Alessandrino, delle due Fondazioni della Cassa di
Risparmio di Alessandria e della Cassa di Risparmio di Asti, della
Regione Piemonte, della Provincia di Alessandria e di Alexala.
Sponsor della mostra sono alcune aziende private tra cui il Gruppo AMAG e la Guala Dispensing di Alessandria.
Curatore della mostra è il professor Fulvio Cervini,
ordinario di Storia dell’Arte Medievale dell’Università di Firenze; il
progetto di allestimento è realizzato dall’arch. Giancarlo Lombardi di
Firenze, coadiuvato da Giorgio Annone (LineLab, Alessandria) per la
parte grafica.
Il progetto è frutto della collaborazione di un Comitato scientifico composto da vari specialisti di
settore: Marco Albertario, direttore della Galleria dell’Accademia di
Belle Arti Tadini (Lovere, Bergamo); Simone Baiocco, Conservatore di
Palazzo Madama (Torino); Massimiliano Caldera, funzionario
Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio (SABAP, Torino);
Fulvio Cervini, docente Università di Firenze; Guido Gentile, già
Soprintendente Archivistico per il Piemonte e la Valle d’Aosta; Roberto
Livraghi, direttore di Palazzo del Monferrato (Alessandria); Giulia
Marocchi, funzionario SAPAB Alessandria, Asti, Cuneo; Valeria Moratti,
funzionario SAPAB Alessandria, Asti, Cuneo; Vittorio Natale, storico
dell’arte; Luciano Orsini, Direttore Ufficio Beni Culturali della
Diocesi di Alessandria; Antonella Perin, storica dell’architettura;
Silvia Piretta, docente Università di Torino; Andrea Rocco, direttore
Palazzo Mazzetti (Asti); Carla Enrica Spantigati, già Soprintendente
Beni Artistici del Piemonte (Torino); Rossana Vitiello, funzionario
Segretariato regionale MIBACT per la Liguria.
È prevista la realizzazione di un catalogo, la cui stampa è affidata alla casa editrice SAGEP di Genova.
La
comunicazione è a cura di Luciana Rota, in collaborazione con l’Ufficio
Stampa del Comune di Alessandria. La segreteria della mostra è svolta
da Simona Gallo e Luana Rossi, della Camera di Commercio di Alessandria.
Il
trasporto delle opere è realizzato dall’azienda Martina Service Srl di
Susa. Le assicurazioni sono affidate alla compagnia Great Lakes
Insurance SE, gruppo Munich Re.
Le
aperture della sede della mostra e l’assistenza alle visite sono
affidate all’Azienda Speciale Multiservizi Costruire Insieme, e alla
delegazione alessandrina del FAI (Fondo Italiano per l’Ambiente).
Il progetto
La
rassegna di Palazzo Monferrato intende offrire ai visitatori la
possibilità di conoscere il patrimonio artistico figurativo prodotto sul
territorio dell’Alessandrino tra Gotico e Rinascimento con
l’esposizione di statue lignee policrome, a confronto con tavole dipinte
e oggetti di oreficeria.
Alessandria
e il suo territorio guadagnarono presto un rango rispettabile
sull’orizzonte dei comuni medievali del Nord d’Italia e una dimensione
architettonica e monumentale che purtroppo, oggi,
si legge con gran fatica a seguito delle demolizioni sette e
ottocentesche e della generale riplasmazione della città che hanno
completamente stravolto la stratigrafia urbana medievale.
Alessandria, infatti, conosce proprio tra Quattro e Cinquecento una qualità culturale che
ne esalta il ruolo di epicentro territoriale e di cerniera tra realtà
diverse (soprattutto Milano e Pavia da un lato, e Genova dall’altro),
all’insegna di un grande rinnovamento figurativo che si manifesta
soprattutto nel campo della scultura in legno policromo, ancora ben
rappresentata in zona da molte opere di assoluto livello.
Le
opere in mostra si pongono l’obiettivo di valorizzare questo periodo
che coincide con gli anni di effettivo dominio sforzesco sulla città, un
periodo in cui Alessandria diventa un importante snodo e un naturale
corridoio culturale che salda Milano e Genova, raccontando una storia
dimenticata o dissimulata che proietta Alessandria e il suo territorio
in una dimensione extra regionale, ricca di accenti propositivi che si
esprimono in particolar modo attraverso la scultura lignea policroma,
che addirittura elabora in questa fase modelli suoi propri, specie nel
vastissimo campo dei crocifissi.
Per
offrire un più ampio quadro d’insieme su un periodo di notevole
fermento artistico e culturale di una città che esce dal gotico per
protendersi verso un nuovo umanesimo, la scultura dialoga
necessariamente con dipinti, oreficerie e selezionate sculture in pietra
e tarsie.
Il percorso espositivo
La mostra è articolata in tre ampie sezioni. La prima è incardinata intorno a una spettacolare sequenza di crocifissi dolorosi; le altre due attorno a un gruppo del Compianto sul Corpo di Cristo; quello dell’oratorio della Pietà a Castellazzo Bormida, che si presenta in corso di restauro anche
per illustrare le vicissitudini che questi gruppi hanno subito nel
tempo, e i problemi di conservazione che pongono; e quello dell’oratorio
dei Bianchi a Serravalle Scrivia,
restaurato alcuni anni fa con fondi ministeriali. Tre idee differenti
di intendere la Passione di Cristo, rappresentativi di tre generazioni
di artisti.
La prima sezione, intitolata “Il senso della natura alla frontiera del gotico”, è
dedicata al “naturalismo lineare”, una modalità intensa ed elegante di
rappresentare le passioni, ben espressa nei crocifissi ligure-piemontesi
di Bosco Marengo e di Priero, nel misconosciuto Cristo depostodi Ozzano o ancora nei deliziosi Angelidel
Santuario della Verna in provincia di Arezzo, usciti da una bottega del
Piemonte meridionale: questo linguaggio si ammorbidisce dopo la metà
del secolo grazie alla cultura tardogotica lombarda, ben rappresentata
dal crocifisso del pavese Baldino da Surso, prestato da Palazzo Madama a
Torino, ma proveniente dall’abbazia di Sezzadio (dunque, una sorta di ritorno a casa) e soprattutto dal magnifico ostensorio di Voghera, eccezionale prestito concesso dai Musei Civici del Castello a Milano. La mostra si apre però con la preziosa Vierge ouvrante di Pozzolo Formigaro, opera renana del tardo Trecento, che documenta la circolazione di idee a largo raggio: una Madonna col Bambinoche si apre per mostrare la prefigurazione del sacrificio di Gesù.
La seconda sezione, “Una forma strutturata al tramonto del Quattrocento”, evidenzia
il passaggio verso opere con una forma più strutturata, che si
manifesta verso la fine del secolo: capisaldi di questo percorso sono
il Compianto di Castellazzo (cui è dedicata un’intera sala), i poco noti Dolenti di San Paolo ad Asti, restaurati per l’occasione, il crocifisso di Masio, anch’esso fresco di restauro, e la superba Maddalena di Novi. Il pittore alessandrino Giovanni Mazone, che lavorava soprattutto a Genova, è protagonista di questa grandiosa riconquista della forma, ben rappresentata dalla Crocifissione della
Pinacoteca di Savona e dalle tavole della Fondazione Cassa di Risparmio
di Alessandria. Questi decenni vivono di aperture verso Pavia, Milano e
Cremona evocate dalla splendida croce del Duomo di Asti firmata dal
cremonese Giovanni Antonio Feta, e dall’Adorazione dei Magi del
Museo Borgogna di Vercelli, opera di Francesco Casellani proveniente da
Vignale. Intorno al 1500 l’artista di riferimento in questa zona è Gandolfino da Roreto, di cui si presenta il notevole trittico di Quargnento dopo il restauro finanziato dalla Consulta per i Beni Culturali dell’Alessandrino, mentre anche la sua Madonna di Palazzo Madama a Torino torna a casa, perché viene dal Duomo di Alessandria.
La terza sezione, “Verso una nuova poetica degli affetti”, racconta
la coltivazione di una nuova capacità di rappresentare tensioni e
sentimenti legata alla cultura leonardesca di cui è interprete, in
particolar modo, Giovanni Angelo del Maino con la sua bottega. Una
rivoluzione linguistica che trova fertile terreno nell’alessandrino,
dove si sviluppa un linguaggio originale, fortemente ispirato dalla
bottega del Maino, che ha il suo vertice nel Compianto di Serravalle e nel potente Crocifisso di
Ponzone. Accanto ad alcune opere importanti di questo grande artista e
della sua bottega, come le figure superstiti di una pala di Ponzone o
la Madonna del Parto in San Dalmazzo ad Alessandria, figurano opere eccentriche come la Pietàfiamminga di Merana, confronti pittorici di decantata qualità – come la tavola di Pietro Grammorseoproveniente
da San Francesco a Casale, recentemente acquistata dalla Fondazione
Cassa di Risparmio di Alessandria – e l’importante riscontro dell’urna
marmorea di San Dalmazzo a Quargnento. Lo straordinario e generoso prestito di due porte intarsiate della Cattedrale di Savona permette inoltre di rappresentare la cultura prospettica lombarda, in cui primeggiarono i castelnovesi Ambrogio de Fornari e Giovan Michele Pantaleoni.
La mostra si chiude con un rilievo ligneo un tempo montato sulla macchina d’altare progettata da Giorgio Vasari per Santa Croce a Bosco Marengo, che chiude idealmente questo periodo e si apre verso nuove modalità espressive: un oggetto che ad Alessandria nessuno aveva più visto dal XIX secolo,
allorché prende le vie del collezionismo per approdare in Palazzo
Venezia a Roma, dove si trova tuttora. Alcune cartografie storiche
guideranno il visitatore nella lettura corretta dell’organizzazione del
territorio in età sforzesca.
La mostra si compone di quarantasei opere, per un totale di sessantaquattro pezzi (ciascun compianto comprende otto sculture).
L’esposizione sarà completata ed arricchita dalla predisposizione di un percorso cittadino, intitolato “Alessandria scolpita e dipinta”,
che consentirà di vedere opere conservate in città che non è stato
possibile o opportuno trasferire nelle sale espositive per ragioni di
spazio e sicurezza, ma che rientrano a pieno titolo nell’orizzonte della
mostra.
L’itinerario
cittadino di visita comprende il Museo Civico di Palazzo Cuttica e le
Sale d’Arte, Palazzo Ghilini, la Cattedrale di San Pietro, le chiese di
Santa Maria del Carmine, Santo Stefano e Santa Maria di Castello: le
aperture e le visite guidate saranno realizzate con la collaborazione
dell’ASM Costruire Insieme, degli Uffici Beni Culturali e Turismo della
Diocesi, nonché dell’associazione di volontari “Viviamo l’Arte”. Maria
Luisa Caffarelli e Rino Tacchella hanno curato i testi della guida
cartacea al percorso cittadino.
Tra le iniziative collaterali all’esposizione sono in programma anche due cicli di seminari,
da svolgersi nel corso dei primi mesi del 2019 a cura dei componenti
del Comitato scientifico, per curare la divulgazione dei contenuti della
mostra a un pubblico di appassionati e di studenti.
Sono inoltre allo studio appositi strumenti informatici (una
app dedicata, per esempio) per agevolare la visita alla mostra da parte
di visitatori portatori di disabilità, con particolare riferimento ai
non vedenti.
Elenco delle opere in mostra
Sezione 1: Il senso della natura alla frontiera del gotico
- Scultore lombardo, Santa Caterina di Alessandria, Castelnuovo Scrivia, Sant’Ignazio (Gesuiti)
- Scultore renano, Madonna con Bambino (Vierge ouvrante), Pozzolo Formigaro, Palazzo Municipale
- Scultore ligure-piemontese, Crocifisso, Bosco Marengo, Chiesa parrocchiale di San Pantaleone
- Scultore ligure-piemontese, Crocifisso, Priero, Chiesa parrocchiale
- Scultore ligure-piemontese, Crocifisso, Alessandria, Palazzo Ghilini
- Scultore piemontese, Cristo morto. Ozzano, Chiesa parrocchiale
- Ambito di Baldino da Surso, Pietà, Torino, collezione privata
- Baldino da Surso, Crocifisso, Torino, Museo Civico d’Arte Antica
- Scultore ligure piemontese (Maestro del Compianto di Castel Sant’Angelo), Angeli reggicero, Chiusi della Verna, Museo del Santuario
- Orafi milanesi, Ostensorio ambrosiano, Milano, Musei Civici del Castello
- Orafo lombardo, Stauroteca, Valenza, Duomo
- Orafo astigiano, Reliquario Scarampi, con custodia, Vinchio, Parrocchiale
- Orafo lombardo, Calice del vescovo De Capitaneis, Alessandria, Cattedrale
Sezione 2: Una forma strutturata al tramonto del Quattrocento
- Scultore piemontese, Compianto sul corpo di Cristo, Castellazzo Bormida, Oratorio della Pietà
- Scultore piemontese, Santa Maria Maddalena figura dal Calvario, Novi Ligure, Collegiata di Santa Maria
- Scultore astigiano (?), Dolenti, Asti, San Paolo
- Maestro del Crocifisso di Sant’Andrea a Vercelli, Crocifisso, Torino, collezione privata
- Scultore lombardo-piemontese (?), Crocifisso, Masio, chiesa parrocchiale
- Maestro di Trognano, Presepe, Alessandria, Museo Civico
- Scultore lombardo, Presepe. Oulx, Flavio Pozzallo
- Giovanni Mazone, San Sebastiano, Alessandria, Palazzo del Governatore
- Giovanni Mazone, Crocifisso e dolenti, Savona, Pinacoteca civica
- Giovanni Mazone, Santa Chiara, Santa Monica, Alessandria, palazzo del Governatore
- Gandolfino da Roreto, Madonna col Bambino in gloria, Torino, Museo Civico di Arte Antica
- Gandolfino da Roreto, Polittico con Madonna e Santi, Quargnento, Chiesa parrocchiale di San Dalmazzo
- Gandolfino da Roreto, Crocifisso e dolenti, Alessandria, Cattedrale
- Scultore alessandrino, Sant’Antonio abate, Cassine, San Francesco
- Francesco Casellani, Adorazione dei Magi, Vercelli, Museo Francesco Borgogna
- Orafo lombardo-piemontese, Croce astile. Giarole, Chiesa parrocchiale
- Orafo lombardo, Croce astile, Castelnuovo Scrivia, Chiesa parrocchiale SS. Pietro e Paolo
- Giovanni Antonio Feta, Croce processionale, Asti, Museo Diocesano di san Giovanni
Sezione 3: Verso una nuova poetica degli affetti
- Ambito di Giovanni Angelo Del Maino, Compianto sul Corpo di Cristo, Serravalle Scrivia, Oratorio dei Bianchi
- Giovanni Angelo Del Maino, Dio Padre, Ponzone, Oratorio del Suffragio
- Ambito di Giovanni Angelo Del Maino, San Michele Arcangelo, Ponzone, Oratorio del Suffragio
- Ambito di Giovanni Angelo Del Maino, San Giovanni Evangelista, Ponzone, Oratorio del Suffragio
- Ambito di Giovanni Angelo del Maino, San Sebastiano, Voltaggio, oratorio del Gonfalone
- Scultore fiammingo, Pietà, Merana, Parrocchiale
- Scultore alessandrino, Crocifisso, Ponzone, parrocchiale
- Giovanni Angelo del Maino, Angelo reggicero, Torino, Musei Reali, Galleria Sabauda
- Giovanni Angelo Del Maino, San Giovanni Evangelista, da un Compianto, Torino, Ezio Benappi
- Giovanni Angelo Del Maino, Madonna del Parto, Alessandria, San Dalmazzo
- Pietro Grammorseo, I Santi Margherita ed Eusebio, Alessandria, Palazzo del Governatore
- Scultore lombardo, Urna per le reliquie dei Santi Dalmazzo, Primo e Feliciano, Quargnento, parrocchiale di San Dalmazio
- Agostino Bombelli, Stimmate di san Francesco con san Bernardo, Voltaggio, Pinacoteca dei Cappuccini.
- Giovan Michele Pantaleoni, Presepe e Adorazione dei pastori, Savona, cattedrale di N. S. Assunta.
Epilogo
- Giovanni Gargiolli, Cena in casa del Fariseo, Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia
IMMAGINI E DIDASCALIE QUI
Crediti fotografici free #MDidier per Palazzo del Monferrato AL
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