In occasione della mostra “RENATO BARILLI. Visti da vicino”
apertura
al pubblico 8 - 28 novembre 2018
sede Museo della
Permanente, via Filippo Turati 34, Milano
orari da lunedì alla
domenica, 9.30-20.00
ingresso
libero
In occasione
della mostra “Renato Barilli. Visti da
vicino”, giovedì 15 novembre 2018,
alle ore 18, Renato Barilli tiene la conferenza dal titolo La“Ripetizione differente” e il postmoderno.
Introduce Franco Marrocco. Conferenza illustrata con proiezione di immagini
Di
recente mi sono trovato a presentare due “remake” ( o “re-enactments”, come si
preferisce dire ora) di due mostre da me curate, del tutto rispondenti alla
impostazione bipolare del mio insegnamento, quasi corrispondenti a quelle che
Hegel avrebbe definito come “tesi”, subito seguita da una “antitesi”. Nel 1972
ero stato chiamato da Francesco Arcangeli a fiancheggiarlo nella cura della
mostra “Opera o comportamento”, intesa come partecipazione italiana alla
Biennale di Venezia di quell’anno, dove mi era stato possibile dare una breve
dimostrazione di quanto allora poteva passare sotto l’etichetta generica di
“comportamento”, attraverso le sale riservate a cinque artisti italiani, tra i
migliori protagonisti dello “spirito del ‘68”, con relativa dichiarazione di
“morte dell’arte”, a favore di installazioni, interventi ambientali,
concettuali, comportamentali. Ma pochi
anni dopo si riaffacciava la controparte, ovvero un fare macchina indietro,
fino a recuperare taluni aspetti del museo. Era il ricorso alla “citazione”,
uno dei cardini del clima che veniva anche riportato al cosiddetto postmoderno.
Lo Studio Marconi, qui a Milano, mi permise di esemplificare questa tendenza
attraverso, anche in questo caso, alcuni personaggi, tra cui spiccava la
presenza di Giulio Paolini, quasi nelle vesti di un rinnovato Canova, o di un
De Chirico anche lui intento a ripassare le tappe di altre stagioni. E già
facevano capolino alcuni dei nomi nuovi che avrebbero riempito di sé quegli
stessi anni ’70 e oltre, rappresentati soprattutto da Luigi Ontani e Salvo.
Giorgio Marconi, poi alla testa di una Fondazione, mi ha consentito di
ripresentare pochi anni fa questo secondo corno del dilemma, mentre Fabio
Cavallucci, fino all’anno scorso direttore del Centro Pecci di Prato, a sua
volta mi ha consentito di ricordare l’evento precedente. Siccome la mostra ora
in atto proprio in questi spazi attesta un mio ritorno alla pittura, è giusto
che la rievocazione qui condotta sia rivolta a questa sorta di “contraccolpo”,
o di movimento al rientro nel pendolo dell’arte.
Renato Barilli
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